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Brexit ora diventa anche una battaglia legale

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l’iniziativa di un gruppo di cittadini inglesi

Brexit ora diventa anche una battaglia legale

LONDRA – Brexit rischia di finire nelle aule di giustizia. Lo studio legale Mishcon de Reya ha confermato di aver ricevuto mandato per contestare la legalità della procedura che potrebbe condurre all'uscita di Londra dall'Unione. Nessuno mette in discussione la volontà espressa dal referendum, ma un gruppo di cittadini ha dato mandato allo studio legale per «garantire che l'articolo 50 (quello che in base al trattato di Lisbona innesca le procedure di recesso dall'Ue n.d.r.) sia innescato solo su mandato del Parlamento». Il passaggio in realtà è equivoco perché secondo talune interpretazioni può bastare la delibera del solo primo ministro per sancire la frattura Londra-Bruxelles.

“Nessuno mette in discussione la volontà espressa dal referendum, ma un gruppo di cittadini ha dato mandato a uno studio legale per garantire che questo passi al vaglio del Parlamento”

 

Se Brexit, come chiedono i ricorrenti, passasse al vaglio del Parlamento – un caso che avevamo indicato il giorno stesso dell'esito del voto – si creerebbero potenziali ostacoli legati alla brutalità – first past the post – del meccanismo elettorale britannico e all'effettiva capacità di rappresentare la maggioranza dei votanti. I deputati si sentirebbero obbligati a far riferimento alle rispettive constituency, ovvero ai collegi, per esprimersi in linea con la volontà della base che li elegge. Ai Comuni la stragrande maggioranza dei deputati è anti Brexit, ma non è affatto scontato che rispecchino ancora gli umori dei votanti.

Ai Lords sono ugualmente favorevoli a restare nell'Unione e non essendo una camera elettiva hanno le mani molto più libere. Secondo lo studio Mishcon de Reya l'articolo 50 può scattare solo con il sì di entrambi i rami del Parlamento.
La sovranità di Westminster è quindi al centro del caso giudiziario che si va costruendo. Il premier David Cameron era stato esplicito nel suo discorso a Comuni nel chiedere a deputati e Lords di non interferire con il processo, lasciando intendere che a suo avviso la prerogativa spettava a Downing street. In realtà fin dall'inizio si sapeva della conflittualità costituzionale – in un Paese senza costituzione scritta – che avrebbe potuto sollevare una Brexit per volontà popolare. Il caso è ora aperto.

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