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L’Egitto «avverte» Roma: allo studio contromisure

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Medio Oriente

L’Egitto «avverte» Roma: allo studio contromisure

La Camera conferma il blocco dei pezzi di ricambio per i caccia F16 per l’Egitto e il Cairo promette «contromisure» e «impatti negativi» su «tutti i campi di cooperazione tra i due Paesi», a partire da dossier sensibili come l’immigrazione, la Libia e il terrorismo.

Torna a salire la tensione tra Italia ed Egitto sul caso Regeni, che sembra ancora molto lontano da una soluzione. Tanto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, intervenendo al question time, è tornato a ripetere che Roma «pretende di sapere chi ha ucciso e torturato Giulio Regeni» per «la famiglia e per il popolo italiano che si sente oltraggiato da finte verità».

Ma la decisione che ha suscitato l’immediata reazione del Cairo, è stata quella presa dal Parlamento, che ha aperto anche un forte dibattito in aula. Il blocco delle forniture di pezzi per gli F16 – mossa concreta e non solo politica – è stato, infatti, letto con stupore e «rammarico» dal Cairo. Stupore perché, assicura una nota del ministero degli Esteri, non va di pari passo con il livello di cooperazione tra i due Paesi». Nelle ultime settimane c’erano stati intensi scambi tra gli investigatori e l’Egitto aveva fornito «centinaia di documenti e decine di registrazioni delle indagini, in segno di totale trasparenza». Il voto del parlamento avrà inevitabilmente delle conseguenze – secondo il Cairo – sulla cooperazione tra Italia ed Egitto.