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Nato pronta a rafforzarsi a Est

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IL vertice di varsavia

Nato pronta a rafforzarsi a Est

VARSAVIA - In un quadro di sicurezza globale sempre più “volatile” capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi Nato (per l’Italia Matteo Renzi) si ritroveranno oggi e domani in una Varsavia blindata da 6mila poliziotti per dare risposte concrete a Polonia e Paesi Baltici che sollecitano all’Alleanza una presenza militare più massiccia alle frontiere orientali davanti alla crescente aggressività della Federazione russa. Verrà probabilmente deciso il dispiegamento di 4mila militari tra Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia. Molto meno di quanto richiesto ma comunque un preciso segnale a Mosca che non gradirà affatto ma non fino al punto di interrompere quel difficile dialogo che prevede già un appuntamento fissato il 13 luglio a Bruxelles per il prossimo Consiglio Nato-Russia. Perché, se da un lato la Nato sembra tornata alla missione delle origini dopo il post Guerra Fredda, dall’altro avverte la necessità di coinvolgere sempre di più Mosca nella lotta al terrorismo islamista e nelle sfide del fronte Sud e del Mediterraneo, crisi siriana e libica in testa.

L’ultimo summit Nato di Barack Obama quale presidente americano, sarà quindi incentrato sui rapporti con la Russia a due anni dalla crisi ucraina ma senza dimenticare la crisi dei migranti in Europa, la nuova dimensione dell’architettura europea dopo il referendum sulla Brexit e la lotta al terrorismo di Daesh che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan chiederà di intensificare. Obama insieme agli altri capi di Stato e di Governo, il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, il presidente del Consiglio, Donald Tusk e l’alto rappresentante per la politica estera di Bruxelles, Federica Mogherini per due giorni getteranno le basi di un’Alleanza pronta ad accettare le nuove sfide e che avrà bisogno di un maggior numero di uomini e mezzi da parte dei Paesi europei in base al vecchio principio del “burden sharing”. L’agenda del summit prevede infatti il riavvio dei rapporti di cooperazione con la Ue (22 dei 28 membri dell’Alleanza fanno parte dell’Unione) e i rapporti con Londra, membro chiave e pilastro Nato, dopo il referendum del 23 giugno. Sul piano strettamente militare, dopo la l’approvazione del “Readiness Action Plan” al vertice del Galles di due anni fa dopo la crisi ucraina che prevede di destinare il 2% del Pil dei Paesi membri alle spese militari, l’Alleanza ha triplicato il numero degli effettivi che fanno parte della “forza di risposta” arrivando a circa 40mila militari creando una “punta di lancia” di 5 mila uomini pronti a dispiegarsi in un solo giorno. Dovrebbe essere poi ratificata la decisione di dispiegare in Polonia e nei tre paesi Baltici, quattro battaglioni multinazionali, composti da un minimo di 600 a circa 1000 uomini. Decisione che non ha precedenti nella storia della Nato dalla fine della Guerra Fredda, dopo che nel 1997 venne firmato l”Atto fondamentale” con la Russia per una riduzione progressiva delle forze convenzionali. Ma la principale preoccupazione russa rimane lo scudo missilistico che gli Usa intendono sviluppare in Europa. Al vertice dovrebbe emergere l’operatività di una prima base di intercettori balistici a Deveselu, nel Sud della Romania.

La porta con Mosca resta però socchiusa: il 13 luglio, si riunirà a Bruxelles il Consiglio Nato-Russia, come annunciato ieri da Stoltenberg. E toni concilianti sono anche quelli della cancelliera Merkel che ieri, pur difendendo il dispiegamento delle truppe in Polonia e sul Baltico, ha sottolineato la necessità di «mantenere la mano tesa al dialogo con la Russia». «Una sicurezza durevole in Europa si può ottenere solo con la Russia, non contro la Russia», ha aggiunto. Al vertice di Varsavia parteciperà anche il segretario di Stato Usa, John Kerry ieri in visita a Kiev. Domani Obama incontrerà il presidente ucraino Petro Poroshenko in un nuovo formato con Germania, Francia, Regno e anche Italia. A riprova del fatto che, pur con tanti limiti, il Governo italiano è percepito quantomeno come “facilitatore” del dialogo con Mosca.

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