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Giappone, ora Abe può cambiare la Costituzione

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la vittoria alle parlamentari

Giappone, ora Abe può cambiare la Costituzione

Shinzo Abe (Epa)
Shinzo Abe (Epa)

TOKYO - Da oggi il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha i numeri in Parlamento per cercare di realizzare il suo sogno: cambiare la costituzione ultrapacifista promossa dagli americani durante il periodo di occupazione e mai toccata in quasi 70 anni.

Le elezioni per il rinnovo di metà della Camera Alta hanno visto la schiacciante affermazione della coalizione di governo, che con due partiti minori favorevoli alla riforma costituzionale ha conquistato 77 dei 121 seggi in palio: sommati agli 88 scranni pro-riforma non in lizza, questo dà un totale di 165 sui 242 dell'assemblea. In entrami i rami della Dieta c'è ora la maggioranza di due terzi necessaria per approvare una nuova costituzione, da sottoporre poi a referendum.

Il partito di Abe, il Liberaldemocratico, ha ottenuto 55 seggi, appena al di sotto del numero necessario per dargli la maggioranza assoluta alla Camera Alta, il che rende ancora meno importante il ruolo del partito alleato, il Komeito (che ha aumentato i suoi seggi da 8 a 14, portando il suo totale a 25). Il principale partito di opposizione, il Partito Democratico, ha conquistato solo 32 seggi rispetto ai precedenti 43 e ora ne ha un totale di soli 49. 28 candidate donne sono state elette: il numero massimo in una elezione per la Camera Alta. L'affluenza è stata del 54,7%, leggermente superiore all'occasione precedente.

Costituzione versus economia. Se gli investitori oggi hanno spintola Borsa a reagire con un immediato rialzo di circa il 4%, però, è soprattutto perchè il rafforzamento di Abe rende più vicina una solida manovra di stimoli fiscali all'economia. Inoltre negli ambienti finanziari si spera più nell'attuazione delle riforme economiche che in quelle della Costituzione, che in quanto molto controverse costituirebbe una “distrazione” per l'esecutivo, oltre a suscitare qualche allarme sul piano internazionale. Il dato deludente rilasciato oggi sul calo degli ordinativi di macchinari evidenza le necessità di rilancio di una congiuntura debole e di nuove misure per favorire gli investimenti delle imprese. Il rischio, insomma, è che ci sia stata troppa grazia per Abe. «Il premier continuerà a insistere sul suo impegno verso la politica economica, ma gli sforzi per portare avanti il processo di revisione costituzionale finiranno per danneggiare il processo di riforme economiche», sostiene ad esempio Scott Seaman, analista per il Giappone a Eurasia Group.

Rischio di tensioni internazionali. L'agenzia ufficiale cinese ha già commentato che un cambiamento costituzionale rilancerebbe le tensioni regionali facendo tornare lo spettro di un Giappone non più impegnato verso politiche pacifiche ed esposto a una cerscente militarizzazione. In questi giorni altre notizie stanno facendo infuriare Pechino. Venerdì Stati Uniti e Corea del Sud hanno annunciato il prossimo dispiegamento dell'avanzatissimo sistema antimissilistico THAAD nella penisola coreana a protezione contro la minaccia nordcoreana: la Cina vi intravede invece una minaccia alla sua sicurezza nazionale. E domani, 12 luglio, un tribunale internazionale potrebbe dare ragione alle Filippine in un contenzioso territoriale con la Cina nel Mar Cinese Meridionale.

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