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«Salvataggi solo entro le regole europee»

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Vigilanza

«Salvataggi solo entro le regole europee»

Andreas Dombret della Bundesbank. (Reuters)
Andreas Dombret della Bundesbank. (Reuters)

Due esponenti di spicco della vigilanza bancaria in Europa, Ignazio Angeloni della Banca centrale europea, e Andreas Dombret della Bundesbank, hanno sostenuto ieri che ogni intervento sulle banche italiane deve avvenire nel rispetto delle regole europee esistenti. «Brexit – ha detto Dombret – non può essere una scusa per aggirare le regole», comprese quelle sul bail in. Angeloni ha precisato tuttavia che le regole prevedono non solo il bail in, ma anche clausole di salvaguardia che ammettono il sostegno pubblico in alcuni casi, fra cui rischi per la stabilità finanziaria. Il dirigente della Bundesbank ha riconosciuto la particolarità del caso italiano, dove molti risparmiatori hanno acquistato obbligazioni subordinate delle banche. In ogni caso, ha ricordato Angeloni, sono in corso colloqui fra il Governo italiano e la Commissione europea, che ha la competenza a valutare le questioni legate alla concorrenza e agli aiuti di Stato.

Il membro del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea ha anche sostenuto che il problema dei crediti deteriorati, particolarmente acuto per le banche italiane, va affrontato, ma non può essere risolto dalla sera alla mattina.

Dombret ha sostenuto comunque di non prevedere una crisi bancaria in Europa e di non ritenere che il voto a favore di Brexit possa esserne la causa. Entrambi hanno notato che la risposta dei mercati al referendum britannico non ha avuto eccessi. Angeloni ha ricordato che non c’è stato bisogno delle forniture di liquidità che le banche centrali avevano predisposto e non ci sono stati problemi di finanziamento per le banche. «Non prevedo che problemi di questo genere si materializzeranno in futuro», ha detto il banchiere centrale italiano.

Nella discussione, che era focalizzata sulle conseguenze di Brexit per le banche, è emerso anche che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea comporterà con ogni probabilità lo spostamento sul continente del trading sui titoli denominati in euro e il clearing in euro, che attualmente sono concentrati a Londra.

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