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I giovani che rinunciano a cercare un lavoro in Italia sono il doppio che nella…

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analisi Eurofund

I giovani che rinunciano a cercare un lavoro in Italia sono il doppio che nella media Ue

In Europa i giovani che non lavorano e non studiano hanno profili diversi, ma tutti vivono la stessa amara condizione di inoccupati, dall'entusiasmo affievolito e senza speranze.
Se al Nord Ue i giovani Neet sono soprattutto disoccupati breve periodo, al Sud si tratta per lo più di inoccupati di lungo periodo, all'Est per la maggior parte di donne con responsabilità familiari. È quanto emerge da un'analisi di Eurofound “Exploring the diversity of Neets”.

L'Italia conta una disoccupazione giovanile del 31.6 % e una media del 26.2% di inattivi: oltre il 55% dei giovani non lavora, non studia e non è iscritto ad alcun corso di formazione, la metà (52%) è donna. L'inattività, si può ben dire, è anche questione di genere.

COMPOSIZIONE DEI NEET NEI PAESI EUROPEI
Popolazione tra i 15 e i 24 anni. Dati in % (Fonte: Eurofound elaboration on EU-LFS, 2013)

Le misure contemplate dalla Garanzia Giovani, secondo l'analisi di Eurofound, sarebbero solo in parte una risposta al fenomeno dei giovani Ue inattivi, mancano infatti, politiche specifiche per reinserire nella società coloro che non lavorano e non studiano su lungo periodo e in generale azioni che siano orientate sui diversi profili dei Neet, che si diversificano ad esempio, per coloro che non sono disponibili a un impiego o una formazione a causa di responsabilità familiari.

Vanno individuate politiche specifiche che forniscano ai disoccupati di lungo periodo, secondo gli autori del rapporto, esperienze e competenze che li rendano in grado di riaffacciarsi al mercato del lavoro, ma anche provvedimenti mirati per reinserire gli scoraggiati. Sembra di fatto che con la Garanzia Giovani alcuni stati Ue abbiano cercato di rivolgere gli interventi verso giovani già pronti al mercato del lavoro, ma non a quanti restano ancora molto distanti. L'istruzione rimane per i giovani Ue l'arma vincente, un'elevata preparazione è ritenuta ancora la migliore forma di protezione contro disoccupazione e inattività, ma questo discorso non vale per il Sud Europa dove i giovani Neet ben istruiti costituiscono una buona percentuale.

Oltre la metà degli inattivi Ue è disoccupato, di questi il 70% vorrebbe lavorare ma solo il 56% è registrato ai centri pubblici per l'impiego. In Italia il dato scende: nel 2013 il 34.8% dei Neet era iscritto a un ufficio pubblico per l'impiego e solo il 2.4% di essi ha ricevuto assistenza finanziaria o benefit sociali. In generale nel nostro paese gran parte degli inattivi è rappresentato da disoccupati di lungo periodo (26.3%), seguiti da giovani con responsabilità familiari( 15%) e da altre tipologie di inattivi (15%), disoccupati di breve periodo (14.8%) e lavoratori scoraggiati (14.1%). I giovani italiani senza speranza di lavoro sono oltre il doppio rispetto alla media Ue. Il tasso di attività è del 15% a confronto con una media Ue del 20.2%.

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