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Il Rinascimento veneziano sbarca a Tokyo

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Il Rinascimento veneziano sbarca a Tokyo

L'ultima delle grandi mostre d'arte italiana organizzate quest'anno in Giappone in occasione delle celebrazioni per i 150 anni delle relazioni diplomatiche bilaterali porta il Rinascimento veneziano al National Art Center di Tokyo (fino al 10 ottobre) e poi al National Museum of Art di Osaka (22 ottobre-15 gennaio 2017).

“Venetian Reinassance” si articola su 57 opere (datate dal 1450 al 1630), di cui 53 tratte dalla collezione permanente o dai depositi delle Galleria dell'Accademia, tre dalla Galleria Franchetti alla Ca' d'Oro e infine l'Annunciazione del Tiziano dalla chiesa di San Salvador.
Un grande Tiziano - Se il dipinto-simbolo della mostra e' la “Madonna con i cherubini rossi” di Giovanni Bellini, alla grande pala del Tiziano e' stata dedicata una intera sala. “E' un capolavoro di oltre 4,5 metri per 3: aveva gia' avuto la possibilita' di spostarsi, ma sempre in zone vicine e mai aveva affrontato un viaggio cosi' complesso – dice don Gianmatteo Caputo, Delegato Patriarcale per i Beni culturali – Devo dire che l'efficienza degli organizzatori anche qui in Giappone ha reso possibile qualcosa che sembrava quasi impossibile”. Don Caputo sottolinea che il dipinto fara' comprendere al pubblico giapponese la ricchezza e lo straordinario valore della committenza ecclesiastica nel corso del Rinascimento; inoltre approfondisce il tema della nascita di Cristo, ricorrente nella pittura locale in quanto Venezia associa la nascita della citta' con il giorno dell'Annunciazione (secondo la leggenda, il 25 marzo 421). Oltre a Tiziano, la mostra offre una panoramica spettacolare, con tanti maestri notissimi come Bellini, Crivelli, Carpaccio, Paris Bordon, Jacopo e Domenico Tintoretto, Jacopo Bassano, Paolo Veronese, Palma il Giovane. Piu' altri pittori meno noti, a testimonianza della capacita' di Venezia di attrarre e assimiliare contributi esterni oltre che diffondere la sua “lezione” nella pianura padana.

Il Rinascimento veneziano sbarca a Tokyo

La proiezione internazionale dell'accademia. E' una mostra – afferma Paola Marini, direttrice delle Gallerie dell'Accademia – che consentira' al pubblico giapponese di riflettere sul ruolo storico di Venezia “antichissima Repubblica marinara, celebrato esempio di governo, custode rigorosa delle tradizioni e al tempo stesso capace di continue innovazioni e di accogliere e proteggere pensieri ed esperienze diverse dai propri: vero ponte tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud dell'Europa, Anche in campo artistico”. La mostra e' una delle iniziative previste dall'accordo firmato due anni fa dalla precedente direttrice del Polo museale veneziano, Giovanna Damiani. Marini si e' avvalsa dell'apporto del professor Sergio Marinelli e dei suoi collaboratori della Ca' Foscari, oltre che del prof. Michiaki Koshikawa per la parte giapponese.

Come stanno andando i primi mesi della sua direzione in uno dei musei resi autonomi dalla recente riforma del settore? “Si tratta di una esperienza molto intensa – risponde Marini - perche' naturalmente vanno costruite le basi dell'autonomia – gli organi, il cda, il comitato scientifico, lo statuto – mentre la vita del museo ovviamente non si puo' fermare, con un pubblico in aumento anche grazie alla bella mostra su Manuzio”. Intanto opere delle Gallerie sono presenti anche in una mostra a Pechino, mentre a fine settembre 20 dipinti andranno al museo d'arte di Denver. “Del resto, un po' anche nelle intenzioni del ministro Franceschini, autonomia vuol dire dare la forza ai musei perche' si possano relazionare con il mondo anche piu' di quanto siano riusciti a fare finora – osserva Marini - E finche' esisteranno nel mondo grandi collezioni di arte veneziana (dal Prado alle National Gallery di Londra e Washington, da Berlino fino al Louvre) e' chiaro che Venezia e' chiamata a esercitare il suo diritto-dovere di faro, che accoglie ed emette segnali ponendosi in relazioni con grandi interlocutori internazionali”.

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