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«Io e la mia famiglia salvati da una cena in ritardo»

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la testimonianza

«Io e la mia famiglia salvati da una cena in ritardo»

Una cena in ritardo ci ha salvato la vita. Dovevamo, io e la mia famiglia, essere lì sulla Promenade des Anglais a festeggiare il 14 luglio, come altre volte, guardando i fuochi d'artificio. Invece eravamo fortunatamente a cena da parenti. E quando le prime notizie di un attentato hanno cominciato a diffondersi stavamo rientrando a Nizza. Ci chiama un'amica per avvertirci, dicendo di non scendere sul lungomare. In radio le informazioni sono praticamente nulle. Inizia il tamtam di messaggi per sapere e per rispondere rassicurando.

Sì, un camion si è lanciato sulla folla. No, per fortuna non eravamo lì. A un certo punto sembra che abbiano anche sparato sulle persone che festeggiavano. Ma la notizia sembra smentita. Così come che ci siano ostaggi o dei terroristi in fuga. L'autista del camion è stato abbattuto. Ma tutto è ancora provvisorio.

Dopo i primi minuti di shock e pensieri convulsi emerge la domanda che assilla anche alcuni dei testimoni intervistati dalle tv francesi: come ha potuto un camion lanciarsi sulla folla durante un evento come quello del 14 luglio, di per sé una data delicata in una città sensibile come Nizza? Con la Promenade bloccata.

Allo stadio, poco fuori Nizza, era in programma un concerto. In Place Massena un altro evento. Il bilancio poteva essere anche molto più pesante.
Dobbiamo convincerci che la nostra situazione di vita “normale” assomiglierà sempre più a quella degli israeliani: in parte ci si convive, come accade in Israele, e come dimostrano le decine di migliaia di turisti presenti a Nizza in questi giorni, in parte occorre rassegnarsi a livelli di sicurezza cui non eravamo abituati. Controlli minuziosi e perdite di tempo, sulla Promenade des Anglais così come in aeroporto, potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.

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