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Nizza il giorno dopo: fuggi fuggi di turisti e militari ovunque

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la strage del 14 luglio

Nizza il giorno dopo: fuggi fuggi di turisti e militari ovunque

(Ansa)
(Ansa)

Nice, le jour après le carnage. A Nizza il giorno dopo la strage l’atmosfera è un misto di incredulità, angoscia e paura. Mentre il bilancio dell'attentato terroristico della sera del 14 luglio continua ad essere aggiornato - François Hollande ha appena parlato di 84 morti e una cinquantina di feriti che lottano per la vita - le persone per strada, nella Vieux Nice, lungo la Promenade des Anglais o nei ristoranti si interrogano e commentano.

Qualcuno, come l’italiano Nando Zonca che da cinque anni vive a Nizza e lavora in una frequentata gelateria di Place du Palais de Justice, fa capire che il timore era qualcosa che restava sullo sfondo della vita di tutti i giorni. Uno dei camerieri del Café de Turin (tra i locali più noti della città, in Place Garibaldi) ammette che gli Europei di calcio avevano per qualche settimana distratto dalla realtà e dall'incubo del terrorismo. Neppure una settimana dopo la fine del torneo l'incubo si è materializzato, in una data simbolo in una città simbolo, «di libertà e di multiculturalismo» per citare ancora il presidente della Repubblica francese appena arrivato a Nizza.

Nizza è la seconda città turistica di Francia dopo Parigi, con i suoi circa 5 milioni di turisti all’anno. Una quota preponderante dei quali sono italiani (si parla di 2 milioni in Costa Azzurra, secondo i dati non recentissimi del Touring club), mentre sono circa 30mila i cittadini italiani che hanno scelto la città come residenza e alcune migliaia i proprietari di seconda casa.

“È come Parigi a novembre e dicembre: i turisti non hanno perso tempo a fuggire o hanno intenzione di andarsene ”

Jeanluc, direttore di una serie di hotel nel sud della Francia, 

L’incertezza sul futuro riguarda inevitabilmente anche il versante business, commercio e turismo. Il giorno dopo la strage le spiagge sono semivuote, la centralissima Place Massena anche, così come Cours Saleya, dove di solito il mercato dei fiori e i ristoranti sono presi d'assalto. Molte grandi insegne, da H&M a Celio, da Etam alle Galeries Lafayette sono chiuse per lutto. «È come Parigi a novembre e dicembre - dice Jeanluc, direttore di una serie di hotel nel sud della Francia, commentando i fatti del 14 luglio tra una Gitanes e l'altra - i turisti non hanno perso tempo a fuggire o hanno intenzione di andarsene appena possibile. Basta sentire i commenti». Jeanluc è rientrato a Nizza, dove vive, giovedì sera da Biarritz. Sull'aereo ha conosciuto una coppia di giovani sposi californiani. Durante le notizie sulla strage ha sentito parlare di due ragazzi americani tra le vittime: «Spero non siano loro», commenta.

Poi un misto di incredulità e rabbia: come è stato possibile? Il giorno dopo Nizza è militarizzata: Police nationale, Gendarmerie, esercito. I due chilometri della strage lungo la Promenade des Anglais sono off limits, presi d’assedio da tv e radio di mezzo mondo. Il rischio è stato sottovalutato? A sentire le autorità, a cominciare dal premier Vals, no. La Francia sa che deve convivere con il terrorismo e fronteggiarlo ancora a lungo. Ma in molti condividono il pensiero del direttore d’albergo: durante gli Europei di calcio la fan zone era affollata da ventimila persone a sera. Ieri, sulla Promenade des Anglais, ce n’erano trentamila.

I controlli erano strettissimi. Il 14 luglio era la stessa cosa: la Promenade era pedonalizzata eppure il fanatico terrorista solitario ha potuto posteggiare il suo camion in una via perpendicolare oltre le delimitazioni e poi compiere la strage. «Probabilmente non è necessario condurre una vita militarizzata – commenta Jeanluc – ma occorre che certe situazioni siano messe in sicurezza».
Se manca questa situazione i primi a trarne le conseguenze saranno i turisti: uno studio della Camera di commercio di Milano condotto insieme a Fimaa in rappresentanza di una trentina di agenzie immobiliari, vede Nizza al secondo posto nelle scelte dei milanesi per la seconda casa, dopo Londra. Ma la ricerca è stata condotta prima dell’attentato.

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