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La lira turca crolla sui mercati

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Asia e Oceania

La lira turca crolla sui mercati

  • –Vittorio Carlini

La notizia dell’avvio del colpo di Stato in Turchia ha subito prodotto i suoi effetti sui mercati. Ovviamente in quelli dove le contrattazioni erano ancora aperte al momento dell’evento.

Così, sul fronte valutario, la Lira turca è crollata verso il dollaro. Il biglietto verde, in un attimo, è passato da quota 2,893 ad oltre 3,000. Un rialzo fino al massimo del 5,3 per cento.

Non solo. Anche nel mondo azionario, seppure indirettamente, si è concretizzato un primo impatto. L’iShare Msci Turkey, un Etf che replica l’andamento dei titoli turchi negli Usa, sul finire degli scambi in America è scivolato del 2,5%.

Un calo avvenuto, tra volumi in forte rialzo, proprio nel momento in cui comparivano sui monitor degli operatori le prime frammentarie notizie del golpe.

Già, le notizie del golpe. A ben vedere la «breaking news» è arrivata quando molti mercati, come quelli europei, erano chiusi da ore. Oppure, è il caso delle piattaforme sull’altra sponda dell’oceano Atlantico, nel momento in cui gli operatori stavano lasciando le loro postazioni.

Tanto che la domanda sorta immediatamente è stata: quali i possibili impatti sui mercati alla riapertura di lunedì prossimo?

«È difficile, a fronte di notizie ancora così frammentate, rispondere con precisione» sottolinea al Sole24ore Antonio Cesarano di Mps Capital Services. «Ciò detto - aggiunge l’esperto - non è da escludere che, almeno nell’immediato, possano esserci, da un lato, prese di beneficio sulla Borsa locale». E, dall’altro, anche sugli altri listini emergenti i quali di recente, va ricordato, hanno corso parecchio (il Msci emerging index in un mese è salito di circa l’8%). «Successivamente, è probabile, gli investitori faranno selezione tra i diversi Paesi ed aree geografiche».

Al di là, però, della reazione al singolo evento c’è un’altra preoccupazione. Vale a dire: che un colpo di stato in Turchia possa, in generale, ulteriormente complicare la situazione.

«La variabile geopolitica - spiega Cesarano - è indubbiamente diventata un market mover rilevante». Basta, in tal senso, pensare a cosa è accaduto «dopo il voto che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea». Così, sempre nel breve periodo, è possibile ipotizzare ulteriore volatilità sui mercati.

Dopo di che sarà necessario capire quali le reali evoluzioni della situazione. La Turchia, da tempo, è colpita da molteplici terribili attentati. Le Borse, con il loro classico cinismo, potrebbero addirittura valutare non troppo negativamente gli eventi.

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