Il Consiglio di sicurezza nazionale (Mgk) ha deciso di adottare lo stato di emergenza in Turchia per 3 mesi, in base all’articolo 120 della Costituzione,
per «affrontare rapidamente» le minacce legate al fallito golpe. Lo ha annunciato il presidente Recep Tayyip Erdogan in una intervista ad al Jazeera. Lo Stato d’emergenza deve ora essere approvato dal Parlamento. Durante lo stato di emergenza il Consiglio dei ministri guidato del presidente può emanare decreti che avranno valore di legge nelle materie sulla sicurezza dello Stato.
In Turchia il colpo di stato «è stato organizzato da una minoranza, che rappresenta un’organizzazione terroristica che voleva imporre la propria volontà alla maggioranza del Paese», ha detto Erdogan. Ma «potrebbero esserci altri Paesi coinvolti nel tentato golpe» a seguito del quale sono 10.937 le persone arrestate in, prevalentemente militari (oltre 6.000) e giudici. A fornire l’aggiornamento sull’epurazione in corso è stato lo stesso presidente Erdogan, il quale è tornato a ribadire che se il Parlamento reintrodurrà la pena di morte - abolita nel 2004 per provare a entrare nell’Ue - lui adotterà immediatamente la legge.
Tuttavia Erdogan ha assicurato che la fase successiva al tentativo di golpe in Turchia sarà gestita rimanendo nell’ambito di un sistema democratico parlamentare. «Agiremo nel quadro del diritto», ha assicurato il presidente. Che ha aggiunto: «Il Presidente Obama mi ha detto che è dalla nostra parte e ci sostiene contro il tentato golpe. Le reazioni del nostro Stato non sono basate sulle emozioni ma sulla ragione. Continueremo a mostrare la stessa solidarietà con gli Usa».
In ogni caso l’epurazione non è finita: «Penso che non sia finita, e nei prossimi giorni avremo altri nomi» di persone arrestate, «ma nel rispetto della legge, perché siamo un Paese democratico». Infine: «Già prima avevamo molti sospetti, ma non potevamo agire per il rispetto della legge», ha concluso Erdogan per giustificare la rapidità degli arresti effettuati.
© Riproduzione riservata