
Interessi negativi, centinaia di migliaia di migranti, crisi degli alloggi: sono tre colpi da knock-out quelli che hanno centrato il volto della Svezia. A farne le spese è soprattutto il settore immobiliare del Regno nordeuropeo, ormai in una situazione di emergenza abitativa nei tre centri principali (Stoccolma, Goteborg e Malmo).
Iniziamo dal primo problema: i tassi negativi. In febbraio la Riksbank, la banca centrale di Stoccolma, ha portato il costo del denaro da -0,35% a -0,5%, senza escludere ulteriori tagli. Ma la mossa, nata per evitare di far finire la Svezia in deflazione, ha accentuato la corsa del mattone nordico, già osservata in Danimarca. Teniamo conto che i prezzi delle case svedesi negli ultimi vent’anni sono più che triplicati, prendendo ancora più velocità nell’ultimo biennio grazie ai tagli dei tassi. Il tutto mentre gli svedesi si indebitavano col miraggio di guadagnare in fretta grazie alla corsa dei prezzi. Insomma siamo di fronte a una bolla immobiliare bella e buona. E pericolosa, come ammette Stefan Ingves, il governatore della Riksbank che ha tagliato i tassi: «non ci sono pasti gratis - ha chiarito il numero uno della banca centrale di Stoccolma - con una politica monetaria espansiva corri il rischio di gonfiare bolle di varia natura».
A dare il colpo di grazia ai problemi del mercato immobiliare svedese sono poi arrivati i migranti: 163mila solo l’anno scorso, sistemati nelle tre principali città - Stoccolma, Goteborg e Malmo - ovvero proprio dove la scarsità di case era più marcata. Il city manager di Sodertalje, la cittadina dove nacque Bjorn Borg a una manciata di chilometri dalla capitale, riferisce di un’emergenza abitativa inedita e allarmante, con singoli bilocali dove vivono assiepati decine di migranti. Secondo Andreas Hatzigeorgiou, capoeconomista alla Camera di commercio di Stoccolma, solo nella capitale c’è immediatamente bisogno di 130mila unità abitative aggiuntive, destinate a diventare 400mila nel 2030. «E' un’intera Goteborg all’interno di Stoccolma», ha chiosato.
La costruzione di nuove abitazioni è ai massimi degli ultimi vent’anni, ma secondo gli analisti anche a questo ritmo siamo appena alla metà di quanto chiede il mercato. A questo punto - come nota ancora il capoeconomista della Camera di commercio di Stoccolma - non bisogna solo costruire, ma anche facilitare la mobilità interna della popolazione, che sembra aver bisogno di una scossa. Ma sotto accusa c’è anche il sistema degli affitti, che secondo molte voci va riformato in fretta.
A soffrire sono pure le imprese che attraggono cervelli dall’estero: i professionisti stranieri hanno infatti sempre più difficoltà a trovare una sistemazione in Svezia. Così, con una mossa a sorpresa, in aprile Daniel Ek and Martin Lorentzon, i due fondatori di Spotify, il colosso svedese della musica in streaming, hanno scritto al Governo minacciando di abbandonare le Svezia se non verrà trovata al più presto una soluzione alla crisi degli alloggi. Soluzione che, al momento, appare assai remota.
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