Nella notte del suo trionfo, Donald Trump ha fatto notizia anche per nuove dichiarazioni-shock di politica estera. In un’intervista al New York Times è sembrato mettere in discussione l’articolo 5 della Nato che prescrive la difesa collettiva, con l’intervento automatico degli Stati Uniti in soccorso di alleati sotto attacco. E l’ha fatto davanti a un esempio concreto in Europa: qualora la Russia di Vladimir Putin invadesse un paese baltico. Trump ha risposto con una condizione ferrea: interverremo «se avranno rispettato gli impegni». Impegni anzitutto finanziari nell’ambito dell’Alleanza che prevedono lo stanziamento del 2% del budget .
Non basta: la sua rivoluzione nei precetti bipartisan di politica estera è continuata respingendo la strategia che prescrive basi e presenza di truppe all’estero, indicando contro il parere di gran parte degli esperti militari che sarebbe più conveniente ed efficace un dispiegamento sul territorio nazionale dal quale se necessario inviare forze all’estero. E la difesa delle libertà civili e dello stato di diritto. Alla domanda sulla repressione scattata in Turchia dopo il recente fallito golpe militare, Trump ha replicato con un completo appoggio al presidente Recep Erdogan e affermando che gli Stati Uniti non hanno «diritto di dare lezioni» ad Ankara. L’Amministrazione di Barack Obama ha invece invitato Erdogan a rispettare lo stato di diritto.
“Possiamo immaginare che Vladimir Putin stia facendo il tifo per una presidenza Trump”
Hillary Clinton, candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti
La presa di posizione, che ha anche smentito il precedente discorso internazionalista del suo candidato alla vicepresidenza Mike Pence volto a rassicurare proprio gli alleati, ha sollevato immediate polemiche, fuori e dentro i confini americani. Il manager della campagna elettorale Paul Manfort ha spiegato che Trump voleva soltanto ribadire che la Nato va riformata e modernizzata e i suoi aderenti responsabilizzati. Ma il Segretario generale dell’Organizzazione Jens Stoltenberg ha precisato, in un raro intervento, che «la solidarietà tra alleati è un valore essenziale della Nato».
L’Estonia ha fatto sapere di aver rispettato tutti gli impegni. Il candidato democratico Hillary Clinton ha rilasciato una riposta sferzante: «Possiamo immaginare che Vladimir Putin stia facendo il tifo per una presidenza Trump». E anche un senatore repubblicano come Lindsey Graham della South Carolina ha ammonito che dichiarazioni oni simili rendono «il mondo più pericoloso e gli Stati Uniti meno sicuri».
© Riproduzione riservata