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Turchia, arrestato il nipote di Gulen

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Turchia, arrestato il nipote di Gulen

La Turchia del dopo golpe fallito adotta provvedimenti drastici. Un decreto firmato dal presidente Erdogan prevede la chiusura di 2mila enti e istituzioni, tra cui 15 università, 19 sindacati, 35 ospedali e istituzioni sanitarie. Il fermo di polizia è prolungato fino a 30 giorni.

Linea di conciliazione invece nei confronti della Ue. Il fallito golpe della scorsa settimana in Turchia «non è la fine» del percorso di adesione del paese all’Unione europea e non compromette l’accordo sui rifugiati siglato con la Ue lo scorso marzo. Lo ha detto il ministro turco per gli Affari Ue, nonché capo negoziatore con Bruxelles, Omer Celik, durante una conferenza stampa ad Ankara. «Non crediamo - ha affermato - che questa sia la fine del percorso, è tempo di dare un nuovo slancio al processo» di adesione. «L’accordo sui rifugiati - ha proseguito - continua senza alcun intoppo».

Sul fronte interno però la durezza continua: le autorità turche hanno arrestato un nipote dell’imam Fethullah Gulen, l’imam accusato da Ankara di essere il mandante del fallito putsch del 15 luglio scorso. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Anadolu, Muhammet Sait Gulen è stato fermato a Erzurum, nel Nord-Est del Paese, nell’ambito delle indagini sul colpo di Stato.

Il vice premier turco, Mehmet Simsek, parlando ieri alla riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori centrali che si svolge a Chengdu, in Cina, ha dichiarato: «Nonostante quello che è successo una settimana fa in Turchia, noi continueremo a rispettare con forza i principi democratici».

Sulla Gazzetta ufficiale è stato pubblicato intanto il primo decreto dopo lo stato di emergenza dichiarato in Turchia: viene stabilito che potrà durare fino a 30 giorni il fermo di polizia senza convalida del giudice in Turchia. Secondo la nuova disposizione, i contatti tra detenuti e legali potrebbero subire restrizioni e potrebbero essere registrati. I detenuti potranno vedere solo i coniugi e i parenti di secondo grado. Nessuna delle disposizioni del decreto può essere modificata da tribunali. Ieri in diretta tv, il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag aveva detto che i termini del fermo erano stati portati da 4 a 7-8 giorni.

Il decreto stabilisce inoltre che i dipendenti pubblici di cui verrà accertato il legame con la rete di Fethullah Gulen saranno licenziati e non potranno più lavorare in futuro nel settore pubblico. Ieri sera è stata anche sequestrata dalle autorità la direzione di Istanbul dell’organizzazione umanitaria Kimse Yok Mu (“C’è nessuno?”), impegnata in questi anni in numerose attività all’estero, tra cui molte in Palestina, con il supporto del governo turco.

«Non è in realtà cambiato molto», ha detto ancora in Cina il vice premier turco. Nel Paese, dopo il fallito golpe, sono state arrestate 10.410 persone, secondo la stima fornita dallo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan in un’intervista ieri all’agenzia Anadolu.

In merito all’arresto del nipote di Gulen, il ministro turco per gli Affari Ue, Omer Celik, durante una conferenza stampa ad Ankara, ha dichiarato: « Fethuallah Gulen è più pericoloso di Osama bin Laden». Celik ha poi aggiunto che gli ultimi avvenimenti non metteranno in crisi l’accordo con Bruxelles per limitare l’ingresso di migranti nella Ue né la richiesta di adesione al blocco».

Nelle ultime ore le autorità turche hanno rimesso in libertà 1.200 militari che erano stati arrestati sulla scia del fallito colpo di stato del 15 luglio: lo ha annunciato il procuratore capo di Ankara, Harun Kodalak, precisando che gli inquirenti stanno cercando di distinguere in tempi rapidi coloro che hanno aperto il fuoco sulla popolazione da chi invece non porta tale responsabilità. «Nessun innocente sarà punito, e le decisioni saranno prese dai tribunali», hanno aggiunto fonti giudiziarie in via riservata. I beneficiari del rilascio, il primo di massa in otto giorni di repressione, sono tutti soldati semplici, nessun ufficiale o sottufficiale.

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