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Convention democratica al via: oggi Michelle Obama e Sanders, mercoledì sorpresa Bloomberg

Michelle Obama, first lady degli Stati Uniti
Michelle Obama, first lady degli Stati Uniti

Philadelphia - Il sipario si solleva oggi sulla Convention Democratica anti-Trump senza indugi: la parola verrà subito presa da leader di spicco, dall’ex rivale di Hillary Clinton, Bernie Sanders, e dalla First Lady Michelle Obama. E Michelle, rompendo con la tradizione che vuole le mogli di presidenti offrire interventi di circostanza, affronterà direttamente temi scottanti quali discriminazione e tensioni razziali. Un delicato schiaffo anche all’aspirante repubblicana al suo ruolo Melania, che per il proprio discorso “inedito” non aveva trovato meglio che plagiare quello di Michelle di otto anni fa.

In un ulteriore segno incoraggiante per campagna, Michael Bloomberg, l’ex sindaco indipendente di New York e fondatore dell’omonimo impero dell’informazione finanziaria, ha reso noto il suo appoggio a Hillary e un suo intervento alla Wells Fargo Arena nella serata di mercoledì.

Ma la Convention democratica deve fare i conti anche con qualche scossa interna all’avvio dei lavori, che mostra la necessità di ricucire ferite ancora aperte. Il presidente del partito, Debbie Wasserman-Schultz, ha annunciato ieri le sue improvvise dimissioni dalla carica: era stata a lungo criticata durante le primarie come troppo favorevole a Clinton e negli ultimi giorni sono venute alla luce e-mail compromettenti da parte del suo staff.

Bernie Sanders, che avrà un ruolo significativo per portare alla Clinton i voti della sua coalizione progressista tutt’altro che certi e presente in forze a Philadeplhia, ha immediatamente chiesto la sua testa. E così è stato, dopo che già la Wasserman-Schultz era stata emarginata da ruoli di rilievo tra gli oratori delle quattro giornate di Philadelphia.

Non sarà più neppure lei ad aprire e chiudere formalmente la Convention, né a gestire l’agenda quotidiana dei lavori, sostituita dalla deputata dell’Ohio Marcia Fudge. Una sua permanenza o visibilità rischiava di diventare una grave distrazione per Hillary: gli stessi collaboratori del candidato hanno nelle ultime ore premuto perché si dimettesse. «Deve andarsene», aveva detto prima ancora che arrivasse l’annuncio lo stesso ex consigliere di Barack Obama, David Axelrod. Secondo indiscrezioni sulla poltrona di presidente del partito potrebbe ora salire Julian Castro, giovane politico texano in ascesa.

Partiti i lavori, la prima giornata sarà dedicata al tema “Uniti Assieme” e, in netto contrasto con gli appelli al Muro trumpiano con il Messico, vedrà anche l’intervento di attivisti per i diritti degli immigrati.

La seconda giornata vedrà le voci delle donne, con un ruolo centrale dell’ex presidente e aspirante First Husband Bill Clinton affiancato dalle Madri del Movimento, un’associaione di donne afroamericane e di minoranze etniche che hanno perso i figli per la diffusione delle armi o per gli eccessi della polizia.

La terza giornata sarà caratterizzata dalla comparsa sul palcoscenico di Barack Obama e del vicepresidente Joe Biden, oltre che di Bloomberg, per poi preparare il terreno giovedì a un’altra figlia d’arte - Chelsea anziché Invanka Trump - che introdurrà la candidata Hillary Clinton e il suo vice Tim Kaine.

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