Mondo

Nel piano Passera-Ubs aumento con meno cash

  • Abbonati
  • Accedi
USA

Nel piano Passera-Ubs aumento con meno cash

  • –Paolo Zucca

Non è stato presentato al cda di venerdì, che ha scelto di percorrere la strada individuata nelle settimane precedenti, ma il piano Passera-Ubs esiste . E, in diversi passaggi, è molto alternativo alle scelte degli amministratori di Mps e dei loro advisor.

C’è - in sostanza - un intervento meno massiccio di aumento di capitale cash e, si ricorre a una conversione volontaria in equity delle obbligazioni subordinate detenute dagli investitori istituzionali. Tutto l’utile in formazione fino al 2017 viene portato a riserva e l’apporto di Atlante è previsto in forma di capitale (o quasi capitale) nella società veicolo che si accollerà i crediti deteriorati. L’ex ministro ed ex amministratore delegato di Poste e di Intesa, negli ultimi anni attivo in politica, avrebbe letto - affiancato da Andrea Orcel di Ubs - un progetto che è anche un esplicito invito alla discontinuità. Può essere considerato, anche se inesplorato nei dettagli, come un contributo al risanamento della banca senese.

Arrivato probabilmente troppo tardi, visto che il consiglio si sarebbe riunito poche ore dopo ma Corrado Passera assicura «di avere sempre informato il presidente di Mps, Massimo Tononi, che mi ha incoraggiato in due occasioni a ricercare una soluzione imprenditoriale del tipo di quella che gli avevo illustrata. L’ho naturalmente tenuto al corrente degli incontri - molti incoraggianti - con gli investitori internazionali che ho avuto la settimana scorsa a Londra e a New York». Passera e Ubs, dopo quei contatti, hanno cercato di proporre una ricapitalizzazione mista, convinti che «non servono cinque miliardi di aumento di capitale in contanti per mettere in sicurezza la banca».

Lo stesso risultato, con una patrimonializzazione anche superiore, fino a 6-7 miliardi, sarebbe raggiungibile “con un aumento da 2,5-3 miliardi da coprire parzialmente anche con investitori di lungo periodo, la conversione volontaria di subordinati per circa un miliardo che metta la categoria di investitori in condizioni - se lo vorranno - di beneficiare del rilancio della banca in qualità di azionisti a pieno titolo».

Il piano prevede, oltre a nuove svalutazioni dei crediti, il mantenimento in casa dell’intero utile 2017 e un contributo di Atlante per 1,6 miliardi sul debito mezzaninino della Bad bank che verrebbe costituita dalla separazione delle attività della banca dai crediti in sofferenza, con l’opzione aggiuntiva di separare anche le società di servicing. «Tutte tre imprese di successo nei rispettivi campi», commenta Passera.

La sfida del riequilibrio - nel piano messo a punto e inviato ai consiglieri dopo la scelta del cda - è anche sul recupero di redditività e Passera ha prospettato in due-tre anni - con la sua gestione- un miliardo di utili dopo le tasse, un Roe intorno al 10% e un cost/income sotto il 50 percento.

In una fase complessa di operatività bancaria, non solo per Mps, Passera individua alcune leve utilizzabili: per i ricavi, nel risparmio gestito e i servizi alle imprese, così come nei processi del credito e sull’altro fronte, nei costi operativi (al centro e nel territorio). Il tutto, racchiuso in un nuovo Piano d’Impresa, accompagnato da investimenti tecnologici per sviluppare un nuovo retail banking e un rilancio motivazionale. L’abbinata Passera-Ubs chiedeva di poter approfondire e comparare le diverse proposte. Non è stato possibile.

paolo.zucca@ilsole24ore.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA