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Rouen, cattolici e musulmani ricordano padre Hamel

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Rouen, cattolici e musulmani ricordano padre Hamel

La cerimonia di commemorazione di padre Hamel a Rouen, foto AFP
La cerimonia di commemorazione di padre Hamel a Rouen, foto AFP

A Rouen, in Francia, circa duemila cattolici e un centinaio di musulmani hanno partecipato alla celebrazione in memoria di padre Jacques Hamel, ucciso lo scorso 26 luglio da un commando di due jihadisti nella sua parrocchia. A celebrarla l’arcivescovo della città, Dominique Lebrun: «Vi ringrazio a nome di tutti i cristiani - ha detto - perchè con la vostra presenza affermate di rifiutare la violenza e la morte nel nome di Dio. Come abbiamo sentito dalla vostra voce, che riteniamo sincera, questo non è Islam».

Manuel Valls, primo ministro francese, in un’intervista concessa a Le Journal du Dimanche, ha sottolineato la centralità dell’impegno della comunità musulmana contro il terrorismo: «Dobbiamo aiutare l’Islam a sbarazzarsi di coloro che lo minano dall’interno», ha detto. E ha aggiunto: «Dobbiamo essere - e lo siamo - implacabili nei confronti di tutti coloro che professano l’odio e fanno l’apologia della violenza. I luoghi di culto che danno rifugio a questi predicatori sono e saranno sistematicamente chiusi. Se i predicatori sono stranieri, vengono e verranno esplulsi».

Valls, che aveva sviscerato alcune questioni legate all’Islam già ieri in un’intervista a Le Monde, ha ricordato come quella musulmana sia la seconda religione di Francia per diffusione ha sottolineato che il Paese «deve dimostrare al mondo intero che l’Islam è compatibile con la democrazia». In primis, lavorando sulla formazione: «Dobbiamo ripensare completamente la formazione degli imama e dei “cappellani”. La Francia deve diventare un polo d’eccellenza europea nell’insegnamento della teologia musulmana. Lo Stato non deve occuparsi di teologia ma può contribuire alla creazione di istituti formativi: gli imam di Francia dovranno essersi formati esclusivamente entro i confini nazionali». Decisivo anche il tema dei finanziamenti: «Come Stato laico non sovvenzioniamo la costruzione delle moschee, ma lasciamo ad altri il compito di finanziarei luoghi di culto. Più di 10 anni fa è stata creata una fondazione che riunisse in totale trasparenza questi fondi: un fallimento totale. Non dobbiamo scoraggiarci e ricostruire una capacità di finanziamento francese».

Intanto la Procura di Parigi ha reso noto che il cugino di Abdel Malik Petitjean, membro del commando dell’attentato di Rouen, «era a conoscenza, se non del luogo e del giorno preciso, dell’imminenza dell’azione violenta pianificata dal proprio cugino» e ha aperto un fascicolo contro di lui. Farid K, questo il suo nome, siriano, classe 1985, comparirà in giornata davanti a un giudice. La fotocopia del suo passaporto, documento con il quale aveva fatto richiesta di asilo, era stato rinvenuto nell’abitazione dell’altro attentatore, Adel Kermiche.

La comunità islamica di Rouen, dove è avvenuto l’attacco terroristico, ha preso in modo netto le distanze dal gesto impedendo proprio la sepoltura del 19enne Kermiche nei cimiteri musulmani della città. «Quello che ha fatto è un gesto impuro. Non vogliamo macchiare l'islam - ha detto Mohammed Karabila, presidente del consiglio regionale islamico della Normandia e direttore della moschea Yahya di Saint-Etienne du Rouvray -. Non parteciperemo né al lavaggio, né alla sepoltura nel caso in cui venga richiesto dalla famiglia».


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