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Tokyo celebra i 100 anni del Dadaismo

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Tokyo celebra i 100 anni del Dadaismo

TOKY0 – Il Dadaismo e' nato esattamente cento anni fa. Per il compleanno del prototipo dei movimenti artistici d'avanguardia e' stata ricreata a Tokyo l'atmosfera del Cafe' Voltaire di Zurigo, dove nel 1916 Hugo Ball e Emmy Hennings diedero il via alla ribellione artistica contro l'assurdita' della guerra in forme mai viste nella storia, che avrebbero spianato la strada a tutti i successivi movimenti avant-garde, dal surrealismo alla Pop art. E' del 2 febbraio 1916 l'annuncio della nascita del club di Spiegelgasse, del 28 luglio 1916 il Dada Manifesto letto da Ball.

Cento anni di Dadaismo

Nell'ambito di una serie di eventi che ha coinvolto una decina di luoghi della metropoli giapponese, il Super Deluxe di Roppongi a Tokyo per una settimana e' diventato un pezzo della vecchia Zurigo, iperdecorato con opere d'arte Dada e performance Dada di artisti giapponesi e internazionali, incoraggiati a una creativita' senza confini, tra astrazioni e un tocco di umorismo, in un sabotaggio creativo dei codici convenzionali. I partecipanti alla serata inaugurale hanno mangiato il pane Dada: un'opera d'arte da 120 x 80 centimetri realizzata all'artista Jumpei trasformatosi nel fornaio piu' di talento del mondo. Koichi Makigami si e' esibito in una performance di “Sound Poetry”, mentre il ginevrino Julien Israelian si e' esibito con la “piu' piccola orchestra del mondo” (la sua Samsonite Orchestra). Da mangiare c'era anche “rosti” accompagnato dai vini del Ticino: le istituzioni svizzere sono state centrali nella promozione dell'intero festival di compleanno Dada.

DADA E GIAPPONE. Non e' un caso che a Tokyo molti abbia accolto con entusiasmo l'idea delle celebrazioni. Gia' nel 1923 il movimento era riuscito ad approdare in Giappone, dove il gruppo Dada “Mavo” fu fondato da Tomoyoshi Murayama (tornato da Berlino) e Masamu Yanase e coinvolse artisti e poeti come Eisuke Yoshiyuki, Shinkichi Takahashi, Katsue Kitasono, Jun Tsuji, Tatsuo Okada, Kyojiro Hagiwara. Furono loro i pionieri visionari di esplorazioni interdisciplinari al di fuori delle convenzioni, in una esplosione creativa che emerse anche in questo caso dopo una tremenda catastrofe: il grande terremoto del 1923. La prima esibizione “Mavo” si tenne al tempio Sensoji di Asakusa, seguita da azioni dimostrative “sulla strada”, ridipingendo facciate di edifici danneggiati dal sisma. Alla Takenodai Display Hall di Ueno nel 1924 presentarono una provocatoria “Proposta per la ricostruzione della capitale imperiale”: un mero cumulo di detriti. Fu lanciato un giornale “Mavo” e fiorirono le proteste contro le istituzioni culturali ufficiali. Varie avanguardie artistiche confluirono nella Sanka Art Association (1924-1926), che realizzo' nel 1925 una esibizione al grande magazzino Matsuzakaya a Ginza. L'anno successivo a Ueno si tenne la maggiore mostra, con 122 opere, e furono promosse anche rappresentazioni teatrali al Piccolo Teatro di Tsukiji. Le nuove idee radicali poterono affermarsi nell'ultimo periodo di relativo liberalismo che il Paese visse prima della sua involuzione autoritaria. Vari membri si radicalizzarono politicamente e incapparono nella successiva repressione. L'esperienza delle giovani avanguardie artistiche degli anni '20 fu quindi dimenticata e solo negli anni '60 comincio' a essere riscoperta dai movimenti Neo-Dada e Fluxus. Il nonsense poetico e le performance fuori dai canoni letterari, musicali e visuali di un numero ristretto di gioventu' ribelle giapponese degli anni '20 ebbero effetti sotterranei che poi riemersero in nuove direzioni. Basti pensare ai mostri Ultraman “Dada” con tre facce in una testa e ad alcuni sviluppi della cultura manga. Un fumettista manga dallo spirito Dada e' Suiho Tagawa (1899-1989), che fu molto popolare per aver creato il cane nero Norakuro e per i primo robot manga negli anni ‘30.

NUOVE FRONTIERE. Di recente nelle subculture giovanili giapponesi (e non) la lezione Dada riaffiora con nuovi linguaggi e aree di sperimentazione legate alle opportunita' offerte da Internet e dalle tecnologie di comunicazione mobile. Un esempio e' la subcultura “hacking” basata sull'idea di “ottenere risultati innovativi e ingegnosi attraverso una condivisione creativa di codici tecnologici, superando le limitazioni di software”, come sottolinea la studiosa Yukiko Shikata. A suo parere, la nuova frontiera Dada – a cento anni dalla nascita di un movimento orientato verso l'astrazione, la casualita' e l'inconscio – sta in forme di collaborazione con la coscienza non umana. L'intelligenza artificiale, insomma, solleva nuove questioni su umano e non umano, uomo e macchina, e sulla relazione tra percezione e coscienza: nuovi spazi per Daidaisti.

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