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Belgio, attacco con machete a due poliziotte

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Belgio, attacco con machete a due poliziotte

  • –Luca Veronese

Al grido di «Allah Akbar» un uomo si è lanciato contro un gruppo di agenti di fronte al più importante commissariato di polizia di Charleroi, in Belgio. Seguendo il drammatico rituale della jihad, l’aggressore è riuscito a colpire con un machete due poliziotte, ferendone una in modo grave al volto e l’altra solo in maniera lieve. Poi è caduto a terra colpito dai colpi di pistola di una terza agente che si trovava a pochi metri di distanza. L’assalitore, subito apparso in condizioni critiche, è morto poco dopo il ricovero nell’ospedale. «La morte dell’aggressore è confermata. I due agenti feriti sono fuori pericolo», ha fatto sapere in serata la polizia locale.

Il grido di battaglia, l’invocazione «Allah è grande», è la firma su un attacco che ha ancora molti aspetti poco chiari: non si sa ancora nulla della nazionalità dell’uomo né della sua affiliazione a un qualche gruppo terroristico; secondo quanto emerso dalle prime indagini, l’attentatore avrebbe agito da solo presentandosi ai controlli di sicurezza, colpendo all’improvviso le poliziotte con il machete estratto da una borsone. «L’autore dell’assalto col machete contro le poliziotte di Charleroi non è stato ancora identificato ma sembra trattarsi di un nuovo attacco con connotazione terrorista. Le indicazioni iniziali puntano chiaramente verso il terrorismo», ha detto in serata il premier belga Charles Michel. «Non sappiamo ancora - ha detto il ministro dell’Interno Jan Jambon - se è un’azione di un lupo solitario».

Si tratta in ogni caso dell’ennesimo atto di violenza - riconducible all’estremimso e al fanatismo di matrice islamica se non a un’organizzazione terroristica precisa - che colpisce il centro dell’Europa e che coinvolge direttamente il Belgio. Solo cinque mesi fa, un attentato suicida, rivendicato da gruppi radicali collegati all’Isis, colpì l’aeroporto Zaventem e una stazione della metropolitana a Bruxelles uccidendo 32 persone. E molti dei terroristi che uccisero 130 persone a Parigi, negli attacchi dello scorso novembre al Bataclan e in alcuni ristoranti, avevano come base i quartieri alla periferia di Bruxelles ma anche Liegi e la stessa Charleroi, città di 200mila abitanti che ospita l’aeroporto di Bruxelles Sud, a circa 70 chilometri dalla capitale belga.

In Belgio l’allerta è da mesi al livello tre su quattro, a significare un rischio serio di attentati ma non attacchi imminenti: nelle strade dei centri urbani sono stati inviati centinaia di soldati per aumentare la sicurezza. Gli stessi agenti di polizia sono tuttavia indicati dagli esperti di antiterrorismo come possibili obiettivi degli estremisti: nel gennaio nel 2014, a Verviers nella provincia di Liegi, venne sventato un attentato che mirava a colpire una stazione di polizia; mentre a Magnanville in Francia in giugno durante gli Europei di calcio, un poliziotto venne ucciso assieme a sua moglie da un sedicente combattente dell’Isis poi ucciso dalle forze speciali.

«Quello di Charleroi è un atto ignobile. Tutto il mio sostegno alle due poliziotte ferite, ai loro colleghi e alle famiglie», ha dichiarato il ministro Jambon. Il primo ministro, Michel, ha condannato «con forza» l’attentato assicurando di seguire «con la massima attenzione» le indagini avviate sotto il comando dell’Ocam, l’antiterrorismo federale.

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