L'economia tedesca ha continuato a crescere nel secondo trimestre anche se, come già previsto, a un ritmo più lento rispetto alla prima parte dell'anno quando le condizioni metereologiche migliori del previsto avevano spinto la congiuntura e soprattutto il settore edile: come annunciato dall'Ufficio di statistica, Destatis, il pil tedesco ha segnato un +0,4% contro +0,2% nelle attese e dopo +0,7% nel primo trimestre (+0,3% nella media del secondo semestre 2015).
L'incremento su base annua è del 3,1%, un tasso mai raggiunto negli ultimi cinque anni anche se, su base destagionalizzata, la crescita si riduce all'1,8% dopo +1,9% nel primo trimestre. La crescita dovrebbe continuare nei mesi estivi, come sottolineato dalla Bundesbank nel suo ultimo Bollettino mensile: «Il trend congiunturale di base - scrive la Banca centrale tedesca - si conferma piuttosto robusto e per i mesi estivi si può contare su un nuovo netto aumento dell'attività economica complessiva».
La Germania, prima economia europea, esporta ogni mese beni e servizi per oltre 100 miliardi e guarda con preoccupazione il rallentamento della crescita in Cina così come oltreoceano e in buona parte delle economie emergenti, e la crescente instabilità geopolitica in diverse aree del globo.
Da ultimo non sono ancora quantificabili gli effetti della Brexit sul Vecchio Continente anche se gli analisti, sulla base dei dati del secondo trimestre, sottolineano come buona parte dell'area dell'euro abbia perso slancio già prima del voto di fine giugno in Gran Bretagna che avrà l'impatto più pesante oltremanica.
«Le prospettive sono positive» commenta Holger Schmieding, capo-economista della banca Berenberg, dopo il dato sul secondo trimestre. Per diversi analisti la Germania potrebbe chiudere l'anno con una crescita di poco inferiore al 2% contro stime ufficiali da parte del Governo e della Bundesbank che puntano a +1,7% dopo +1,5% nel 2015 (il dato per l'anno scorso è stato riveduto questa mattina). Commerzbank ha provveduto già oggi a rivedere al rialzo la stima sulpil 2016, portata a +1,8% da +1,5% in precedenza e Andrea Rees, capo-economista per la Germania di UniCredit Research, parla di «una crescita vicina al 2% possibile quest'anno».
La stima ufficiale di UniCredit per quest'anno è dell'1,7% ma ora Rees prevede un +0,4% nel terzo trimestre e un +0,3% nell'ultima parte dell'anno così che il dato finale potrebbe essere dell'1,8-1,9%, in moderata accelerazione rispetto agli ultimi due anni (+1,5% nel 2015 e +1,6% nel 2014) ma anche la performance migliore per la Germania dal 2011 (+3,7%). Destatis non ha diffuso dati sulle singole componenti del Pil (che saranno resi noti il 24 agosto) ma ha precisato che la crescita nel secondo trimestre è stata trainata dall'export, in aumento rispetto ai primi tre mesi dell'anno, e dal buon andamento dei consumi privati e pubblici mentre sono in lieve calo le importazioni.
Scendono anche gli investimenti, soprattutto in beni strumentali e nel settore edile, un trend questo, secondo gli analisti, collegato alla forte crescita del primo trimestre, in pratica un assestamento tecnico. Tuttavia, sottolinea Carsten Brzeski, economista di Ing, senza un intervento pubblico «una ripresa organica degli investimenti appare improbabile a fronte delle incertezze dovute al voto britannico, alla continua debolezza strutturale in molti Paesi dell'area dell'euro e al rallentamento globale».
I consumi privati, invece, continuano a beneficiare di una serie di fattori positivi come la forza del mercato del lavoro, con una disoccupazione ai minimi da 25 anni, salari e pensioni in aumento a fronte di un'inflazione praticamente assente, costi dell'energia in calo e tassi sottozero che spingono molti tedeschi al consumo anche se il tasso di risparmio non ne sta risentendo.
© Riproduzione riservata