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IL FOCUS

La Germania batte le attese con export e consumi interni: il Pil cresce dello 0,4%

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Il team tedesco di ciclismo su pista a Rio (Reuters)
Il team tedesco di ciclismo su pista a Rio (Reuters)

Francia e Italia zavorrano il Pil dell’Eurozona, che comunque riesce a crescere dello 0,3% nel secondo trimestre (+1,6% annuo) grazie essenzialmente a Germania e Spagna. Resta il fatto che il passo di crescita dei 19 Paesi che condividono la moneta unica si dimezza rispetto al primo trimestre (quando il Pil era cresciuto dello 0,6%), a conferma di una ripresa ancora incerta dopo gli anni orribili della crisi finanziaria.

LA CRESCITA IN EUROPA

La principale nota positiva in Europa - e non è una novità - è la Germania, che frena meno nel previsto e batte le stime della vigilia. Il Pil tedesco è cresciuto nel secondo trimestre del 2016 dello 0,4% rispetto al trimestre precedente (quando aveva fatto segnare un +0,7%). Il dato è migliore delle previsioni degli economisti che si attendevano una crescita dello 0,2 per cento. Rispetto al secondo trimestre del 2015 il Pil è aumentato dell'1,8 per cento. I motori dell’economia tedesca si confermano i consumi delle famiglie e le esportazioni, mentre gli investimenti industriali e immobiliari rallentano. Contributo positivo al Pil anche dalla spesa e dagli investimenti pubblici. «Per proseguire con l’attuale ritmo di crescita - osserva però Carsten Brzeski - gli investimenti privati dovranno ripartire. Finora questo non è avvenuto, nonostante i bassissimi tassi di interesse».

«I numeri del secondo trimestre sono piuttosto sopra le attese e sottolineano il trend economico relativamente robusto della Germania», ha commentato il capo economista della Bundesbank, Stephan Kohns. Il chief economist di Unicredit in Germania, Andreas Rees, che stimava per l'anno in corso un rialzo del Pil tedesco dell'1,7%, ritiene ora che «una crescita vicina al 2% nel 2016 è a portata di mano». Un dato tutt’altro che trascurabile soprattutto se messo a confronto con la deludente performance dell’economia italiana, che continua a stentare nonostante gli indubbi progresso sul mercato del lavoro.

Delude invece la Francia, dove la crescita si ferma a zero nel secondo trimestre, come in Italia (il dato francese era già stato diffuso il 29 luglio dall’Insee, l’istituto di statistica nazionale). Con la differenza che l’economia d’Oltrape era reduce da un ottimo primo trimestre (+0,7%) e dunque il rallentamento appariva per certi versi inevitabile. Su base annua la crescita francese nel secondo trimestre è in effetti doppia rispetto a quella dell’Italia: +1,4% contro +0,7 per cento. Un altro Paese-chiave dell’area euro ha messo a segno una buona performance nel periodo aprile-giugno: è l’Olanda, il cui Pil è salito dello 0,6% su base congiunturale e del 2,3% su base tendenziale, secondo la prima stima dell’Istituto nazionale di statistica Cbs.

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