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Debito spagnolo ai massimi: 100,9%

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Debito spagnolo ai massimi: 100,9%

Il debito pubblico spagnolo è salito ancora in giugno facendo segnare con il 100,9% del Pil il record dell’ultimo secolo. Il balzo di 18,5 miliardi di euro registrato a giugno - spiegano alla Banca centrale di Madrid - ha portato il valore assoluto del debito pubblico a 1.107 miliardi di euro segnando un nuovo massimo assoluto, da quando esistono serie statistiche ufficiali sulla contabilità nazionale, peggiorando il dato di marzo quando il debito aveva superato per la prima volta il valore del Pil arrivando al 100,5 per cento.

La Spagna dopo la lunga recessione si sta riprendendo più velocemente delle altre grandi economie europee: secondo le ultime stime del governo conservatore il 2016 dovrebbe chiudersi con un aumento del Pil pari al 2,9% dopo che nel 2015 la crescita era stata del 3,2 per cento. E tra aprile e giugno la disoccupazione è scesa al 20%: il livello più basso dall’estate del 2010.

RECORD PER IL DEBITO SPAGNOLO SOPRA IL 100%
Il debito pubblico spagnolo in percentuale sul Pil. (Fonte: elaborazione propria su dati di Francisco Comin “La crisi del debito sovrano in Spagna 1500-2015” ed. El Pais)

Ma Madrid non sembra riuscire a tenere sotto controllo i conti pubblici: la crescita infatti non basta da sola a contenere l’aumento costante della spesa pubblica nonostante le misure di austerity durissime introdotte negli ultimi cinque anni. Mentre la paralisi politica che da ormai nove mesi sta lasciando il Paese senza governo non permette di capire come farà Madrid a rispettare gli accordi sul risanamento sottoscritti con l’Unione europea.

A fine luglio la Commissione europea aveva graziato la Spagna decidendo di non sanzionare il deficit eccessivo e la mancanza di misure efficaci per contenerlo. Dopo otto anni consecutivi ben al di sopra del 3% del Pil stabilito dai trattati europei, con il 2015 chiuso al 5,1%, Madrid aveva promesso di portare il deficit sotto controllo entro la fine di quest’anno ma sembra avviata a fallire l’obiettivo non solo nel 2016 ma anche nel 2017. Ora la progressione del debito non può che aumentare la preoccupazione di Bruxelles.

Fonti del ministero dell’Economia spiegano che «per capire l’incremento di giugno si deve considerare il calendario delle emissioni e delle scadenze sui titoli del debito che rendono più critici alcuni mesi». Dal governo fanno sapere dunque che «una volta che si tengono in conto le variazioni dovute al calendario, si conferma il rallentamento della crescita del debito spagnolo iniziato nel 2013». E confermano l’obiettivo del 99,1% definito dal programma di stabilità per la fine del 2016: «Il rapporto tra debito e Pil scenderà per il secondo anno consecutivo grazie soprattutto all’espansione economica». E sempre dal governo spagnolo guidato da Mariano Rajoy si dicono «tranquilli» sulla sostenibilità del debito in considerazione del costo basso degli interessi e dell’intervento della Bce sui mercati: ieri i rendimenti dei titoli decennali sono scesi allo 0,96% con lo spread sui bund tedeschi sempre di poco sopra i 100 punti base.

Il debito spagnolo è in continuo, inesorabile aumento dal 2009 per un valore di circa 80 miliardi di euro all’anno. Nel 2008, all’inizio della crisi più grave della storia democratica spagnola, il debito era inferiore al 40% del Pil, un anno dopo aveva già raggiunto il 52,7 per cento. Nel 2013 - anche causa del costo sostenuto per risanare le casse di risparmio al collasso oltre che per la marcata contrazione dell’economia - aveva superato il 90% del Pil. Le rilevazioni della Banca di Spagna partono dal 1994 e le statistiche ufficiali dal 1964 ma gli storici dell’economia hanno ricostruito il valore del debito anche nei decenni precedenti: nei suoi studi Francisco Comin ha stimato che bisogna tornare indietro fino al 1902 per ritrovare un valore del debito pubblico spagnolo superiore al 100% del Pil.

I dati sul debito pubblico uniti a quelli sull’indebitamento privato e sull’esposizione verso l’estero alimentano i dubbi sulla capacità della Spagna di sostenere la crescita dell’economia: il debito privato è sceso notevolmente dall’inizio della crisi dal 210% al 149% del Pil ma vale ancora 1.600 miliardi di euro; mentre il debito verso l’estero dell’economia spagnola vale 1.840 miliardi di euro pari al 169% del Pil.

Continuano le tensioni anche sul debito del Portogallo dopo le dichiarazioni rilasciate a Reuters lunedì da Fergus McCormick di Dbrs: l’outlook rimane stabile «ma le pressioni stanno crescendo da più fronti» aveva detto il responsabile dei rating sovrani dell’agenzia aggiungendo che la crescita portoghese potrebbe rallentare e il governo potrebbe incontrare difficoltà a far approvare le misure di correzione del disavanzo richieste dalla Commissione Europea. Ieri i rendimenti dei titoli con scadenza decennale sono saliti al 2,8% con lo spread sui bund vicino ai 300 punti base. Dbrs, che oggi colloca il Portogallo a Bbb, rivedrà il rating il 21 ottobre: un declassamento sotto l’investment grade anche dalla quarta agenzia metterebbe a rischio i finanziamenti della Bce.

Secondo le rilevazioni di Eurostat la Spagna è il sesto Paese per debito pubblico nell’Unione. Solo Grecia con il 176%, Italia con il 135%, Portogallo con il 129%, Cipro con il 109% e Belgio con il 109% hanno un livello di indebitamento complessivo più alto.

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