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Sarkozy si ricandida per l’Eliseo

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presidenziali 2017

Sarkozy si ricandida per l’Eliseo

Nicolas Sarkozy vuole la rivincita. L’esponente politico neogollista, che è stato presidente della Francia dal 2007 al 2012, intende ricandidarsi l’anno prossimo. Parteciperà dunque alle primarie che il centro-destra terrà a novembre per decidere il suo pretendente all’Eliseo.

La conferma - in parte attesa - è avvenuta ieri attraverso un post su Facebook che riproduce il testo della quarta di copertina del nuovo libro dell’ex presidente, “Tout pour la France”, in libreria lunedì. «Ho deciso - spiega il testo - di essere candidato alle elezioni presidenziali del 2017. La Francia esige che le si dia tutto. Ho sentito di avere la forza per condurre questa battaglia in un momento così tormentato della nostra storia. I cinque anni che verranno saranno quelli di tutti i pericoli ma anche di tutte le speranze».

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Il momento tormentato di cui parla Sarkozy è evidentemente quello segnato dal terrorismo islamico, dalla crisi economica, dalla forza elettorale della destra xenofoba e antieuropeista di Marine Le Pen, che minaccia di arrivare ai ballottaggi l’anno prossimo. La popolarità di François Hollande è inoltre molto bassa: l’immagine del presidente appare sbiadita, e non ha certo aiutato la prova di forza con cui il “suo” governo, guidato da Manuel Valls ha imposto le nuove norme sul mercato del lavoro. Ad aprile, a un anno dalle elezioni, solo il 14% degli intervistati dal sondaggio Ifop riservava a Hollande un giudizio positivo.

Nel 2011, un analogo sondaggio a un anno dalle elezioni 2012 offriva a un azzoppato Sarkozy un gradimento pari al 28 per cento. Hollande trova quindi sfidanti anche a sinistra. A parte l’iniziativa di Emmanuel Macron, il ministro dell’Economia che ha fondato il movimento En Marche!, si sono già candidati a contendergli la presidenza l’ex ministro dell’Industria Arnaud Montebourg, l’ex ministra dell’Ecologia Cecile Duflot e l’ex ministro dell’Istruzione Benoît Hamon.

In questa situazione, Sarkozy ritiene quindi di poter far dimenticare l’immagine di presidente bling-bling (“arricchito”) o “l’americain” - come lui stesso preferiva essere chiamato - che aveva guadagnato subito dopo la sua elezione, quando un’attività presidenziale molto glamour sfociata nel divorzio da Cécilia Ciganer-Albéniz e dal matrimonio nel 2008 con l’ex modella Carla Bruni, cercava di mascherare il tradimento dei programmi elettorali, che avevano promesso la “rupture”, la rottura di tutto ciò che bloccava il paese e impediva a chi lavorava duro di essere premiati.

I sondaggi elettorali realizzati a giugno dalla Dva non concedevano in realtà a Sarkozy - che non riuscì nel 2012 a farsi rieleggere - grandi spazi. Nel suo partito Alain Juppé - che si è già candidato alle primarie - resta il favorito, con il 36%, contro il 26-29% della Le Pen. Hollande è ultimo, appena dietro Jean-Luc Mélenchon del Parti de Gauche, con il 13-15%. L’ex presidente è accreditato - in assenza di Juppé - con un 21% che gli consentirebbe comunque di prevalere nel probabile ballottaggio con la Le Pen. Nella sfida a due la leader del Front National conquisterebbe infatti solo il 39%, mentre Sarkozy otterrebbe il 61%. Più agevole sarebbe però la vittoria dell’Ump, il partito neogollista francese, con Juppé, che prenderebbe il 70% dei voti, contro il solo 30% della Le Pen. (R. Sor.)

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