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Dossier Trump spinge l’Alt Right, negli Usa irrompe la destra alternativa

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Dossier | N. (none) articoliSpeciale America al voto

Trump spinge l’Alt Right, negli Usa irrompe la destra alternativa

Donald Trump durante un recente comizio in Iowa
Donald Trump durante un recente comizio in Iowa

Con velocità tipicamente americana, gli americani hanno cambiato nome al fenomeno Trump candidato alla Casa Bianca, alla sua politica o, se si vuole, neo o non politica. Non si parla più soltanto di populismo, movimento e sentimento che più ha segnato questi primi anni del ventunesimo secolo in Europa ed in America, ultima applicazione il referendum britannico su Brexit. In questi giorni è tutt’un parlare di «alt right», «Trump accusato di rendere l’“alt right” mainstream» (Financial Times), «Hillary Clinton sfida l’alt right» (Washington Post»). «Ogni cosa sta diventando alt right», twitta un anonimo @jrivera64 dalle Hawaii, e non a torto perché l’America è sempre stata sensibile ai soundbite, ancor più ora coi social network.

«Ho usato alt right perché è breve e più adatto a Twitter ma dovremmo chiamarli col loro vero nome: nazionalisti bianchi», twittava ieri Matt O’ Brien, ex giornalista di TNR e Atlantic che in un post precedente definiva l’Alt right del 2016 «una versione moderna dell’antisemitismo come da definizione di Jean Paul Sartre nel 1946».

La chiacchiera web confonde tempo, luoghi e significati quindi meglio fare una breve ricostruzione. Il Washington Post elenca i reporter che da un anno scrivono di questo movimento dietro l’ascesa Trump ma soltanto adesso che l’avversario lo legittima - Hillary Clinton si è scagliata contro Alt right in un discorso la settimana scorsa - conquista dignità di argomento nazionale e titolo di giornale.

Non è quindi teoria che nasce da tomo di saggista di Washington ma il risultato di lavoro di reporting quotidiano. Che cos’è? Alt right è un’abbreviazione di alternative right, destra alternativa, un movimento multiforme, elastico, che comprende molte cose e molte personalità, ma in un certo senso rimane «oscuro e impenetrabile», ammette la guida di WP.

Conservatori contro il multiculturalismo
Alt Right attinge a un conservatorismo che si ispira anche a «Il Campo dei Santi» romanzo francese del 1973 di Jean Raspail in cui si immagina una Francia invasa da migranti. Lo citava qualche anno fa Jim Pinkerton, commentatore e futuro collaboratore della star Tea Party Michelle Bachmann. Lo cita adesso il sito conservatore Breitbart. Ne fanno parte commentatori - alcuni licenziati dai loro giornali per posizioni indifendibili in un Paese multirazziale - che da decenni perseverano in posizioni di estrema destra e finora sono rimasti ai margini.

L’alt right supporter usa sistematicamente i social network per trollare (insultare e prendere in giro sul web) chi si definisce conservatore ma è anche a favore di una società multiculturale e dell’immigrazione. Immancabile arriva l’insulto che il militante alt right digitale riserva a questo conservatore illuminato che non è altro che il vecchio repubblicano: cuckservative, crasi di cuckhold (è una parolaccia, significa cornuto) e conservative. Qui sotto un tweet di Olivia Nuzzi, reporter del Daily Beast che da tempo scrive di Alt right e Trump e ha individuato anche un cartoon del movimento, Pepe the Frog, nato su MySpace. Sul web la rana Pepe indossa l’ uniforme nazista, nega l’Olocausto, denigra messicani, musulmani e neri, prende in giro le femministe, indossa l’immancabile cappello di Trump.

Sembra razionale cercare di individuare fondamenti teorici di The Donald, ma forse in questo caso definire meglio una cosa non vuol dire darne diversa sostanza, è populismo, è xenofobia ma aiuta a percepire la distanza dai neocons di Bush che avevano una più organica formulazione, dei precisi riferimenti teorici all’interno del partito repubblicano, e anche dai più recenti Tea Party che tutto sommato si accontentavano di una riduzione delle tasse. Certo è che adesso che ne parlano tutti, l’Alt right grida vittoria, il partito repubblicano piange sconfitta.

Clinton ha fatto bene a contrattaccare e accusarli di essere i nuovi razzisti, osservano alcuni, ma non è facile per un classico animale politico del 900 come lei nata e cresciuta in un partito (anzi due, prima il Gop poi i dem) contrastare qualcosa di così diffuso, apparentemente slegato anche temporalmente e non centralizzato. Alt Right tiene insieme American Renaissance, magazine diretto Jared Taylor, accoglie le teorie di gruppi politici defunti, celebra Alien Nation:Common Sense About America's Immigration Disaster di Peter Brimelow, bestseller del 1995 in cui si critica la politica Usa sull’immigrazione dei trent’anni precedenti, ammira naturalmente Marine Le Pen e Nigel Farage.

“Alt Right non si compromette con gli obesi Baby Boomer protestanti dal QI 103. Siamo hipster eccentrici, sappiamo come funziona la Sinistra e come creare una propaganda efficace, sovversiva ma legittima ”

Walt Bismarck, video editor  

Sono i vecchi suprematisti bianchi, è la sintetica accusa. Ma hanno una forza contemporanea: coltivano le loro nicchie ma usano diverse piattaforme e linguaggi, azzannano il politicamente corretto ma sanno farlo anche con leggerezza, odiano lo stato e parlano di rivoluzione, in molti casi come Youth for Western Civilization, gruppo studentesco fondato dall’attivista Kevin DeAnna che appoggiava Ron Paul, preesistono a Trump.

Hanno referenti in Virginia, stato che sarà decisivo a novembre da cui proviene il vice di Clinton. Hanno anche un cantore pop, il video editor Walt Bismarck, che si rivolge a giovani e hipster, marca quindi la distanza generazionale che è un’altra ferita dell’America 2016, fa parodie di qualsiasi cosa (qui la Sirenetta di Disney riscritta versione Alt Right, il granchio le consiglia di essere «proudly white», orgogliosamente bianca). Insomma sanno diversificare.

The Donald è il contenitore di tutto questo - rifiuto del melting pot, lamento dei bianchi impoveriti, soprattutto una pericolosa ridefinizione di «identità americana». L’attuale candidato repubblicano, noto per i modi sbrigativi, potrebbe aver deciso cosa farne: un partito tutto suo. Intanto glissa, nega l’esistenza di questa «cosa», perché da bravo trascinatore di popolo sa quanto possano essere insidiose le definizioni. «Alt right? Nessuno ha mai saputo cos’è, e certo neanche lei (Clinton ndr) lo ha mai saputo - ha detto quattro giorni fa Trump a Cnn -. Non c’è una alt right o una alt left. Quello su cui mi baso io è solo buonsenso».

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