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Perché il socialismo piace ai Millennial americani

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Perché il socialismo piace ai Millennial americani

Sostenitori di Bernie Sanders in Union Square Park, New York (Marka)
Sostenitori di Bernie Sanders in Union Square Park, New York (Marka)

Perché il socialismo piace ai Millennial? Prima di scoppiare a ridere pensando a falce, martello e sharing economy guardiamo qualche dato. Negli Stati Uniti, un sondaggio di YouGov del gennaio scorso ha rivelato che il 43% degli elettori under 30 vede il socialismo con favore (mentre solo il 32% ha simpatia per il capitalismo). Secondo un altro sondaggio Reason-Rupe, sempre negli States il 53% dei giovani tra 18 e 29 anni vede il socialismo con favore (contro il 25% degli ultra 55enni).

SOCIALISMO: I RISULTATI DEL SONDAGGIO YOUGOV
Dati distribuiti per fasce di età. La % degli indecisi non è rappresentata (Fonte: YouGov 25-27 gennaio 2016)
CAPITALISMO: I RISULTATI DEL SONDAGGIO YOUGOV
Dati distribuiti per fasce di età. La % degli indecisi non è rappresentata (Fonte: YouGov 25-27 gennaio 2016)

Altro segnale inequivocabile: il vecchio Bernie Sanders, il candidato democratico che si autodefinisce con orgoglio socialista, alle primarie dello Iowa stando a sondaggi ed exit poll ha conquistato qualcosa come l’84% dei voti degli under 31, percentuale che è salita all’85% nel New Hampshire.

Cosa sta succedendo ai Millennial? Innanzitutto va detto che - essendo nati dopo la fine della Guerra Fredda - semplicemente non conoscono il socialismo. Anzi, non hanno lontanamente un’idea di cosa sia. Solo il 16% di loro sa definire esattamente il socialismo come «controllo dei mezzi di produzione da parte dello Stato», contro il doppio degli americani over 30. Ossia degli adulti nati al tempo del Muro, quelli che magari - in uno slancio di rabbia - danno del “socialista” ai figli senza spiegare bene cosa significa. Così, come attesta un altro sondaggio Reason-Rupe del 2014, i giovani si sono fatti un’idea del socialismo come qualcosa in cui la gente «sta bene insieme» o in cui «lo Stato paga per le nostre necessità, per le necessità di chiunque».

Curioso notare come il Millennial diventi molto meno socialista se pensa a uno Stato centrale che controlla aziende come Apple, Google, Facebook o Amazon. Il sondaggio Reason-Rupe del 2014 alla domanda «Qual è il sistema migliore: capitalismo o socialismo?» vede in vantaggio il primo di appena dieci punti percentuali. Ma se la domanda gira in «Qual è il sistema migliore: il libero mercato o un’economia guidata dallo Stato?», ecco che la free market economy distacca il socialismo (non menzionato apertamente) di ben 32 punti percentuali. Questo perché lo Stato viene avvertito come lento, rigido, antiquato, e una Hillary Clinton - per tacere di Trump - che presenta il nuovo iPhone non appare come una prospettiva poi così cool. Una grande confusione insomma regna sotto il cielo.

Attenzione però, perché dietro alla simpatia per il socialismo c’è qualcosa di più sottile. Non avendo vissuto ai tempi di Stalin o Breznev, e probabilmente non avendoli nemmeno studiati troppo bene sui libri di storia, i giovani amano l’idea nordeuropea del socialismo. Quella scandinava. Che in realtà è una socialdemocrazia, ma la differenza sfugge: ai Millennial piace un modello di “socialismo gentile”, fatto di welfare generoso - con la sanità gratuita per esempio - ma non invasivo a livello di libero mercato.

L’impeto redistributivo di “far pagare più tasse ai ricchi” per finanziare uno stato sociale alla scandinava tuttavia è inversamente proporzionale al reddito. Ebbene sì, vale anche per i Millennials: più sei ricco, meno hai voglia di “redistribuire”. Prendiamo per l’ultima volta il sondaggio Reason-Rupe del 2014: alla domanda «Il Governo deve spendere più per aiutare i poveri, anche se questo porta a maggiori tasse?» ha risposto sì ben il 71% dei giovani con redditi annui inferiori ai 20mila dollari, ma solo il 47% di quelli che guadagnano tra i 60mila e i 99mila dollari l’anno. Morale: un generoso welfare “socialista” va bene, ma solo se costa poco.

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