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Manifatturiero, rallentano Italia e Francia; in Germania tiene la…

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lo scenario

Manifatturiero, rallentano Italia e Francia; in Germania tiene la ripresa, rimbalza Londra

Ad agosto Italia e Francia vedono un brusco rallentamento nell’industria manifatturiera mentre Germania e Paesi Bassi riportano i tassi di espansione più elevati confermando che Berlino resta leader della ripresa nell’Eurozona. Londra vede un rimbalzo dopo il tonfo seguito alla Brexit. L’indice Markit dell’attività manifatturiera, basato sui direttori degli acquisti delle aziende, ha registrato per l’Italia 49,8, al di sotto della soglia 50, spartiacque tra espansione e contrazione. Il livello indica un lieve deterioramento delle condizioni economiche generali ed è in calo per la prima volta da gennaio 2015, toccando il minimo generale degli ultimi 20 mesi.

Eurozona rallenta

L’intera Eurozona ha rallentato il passo, a 51,7 dal 52 di luglio, il valore più basso in tre mesi e in ulteriore discesa rispetto al record sull’intero anno in corso dallo scorso giugno. Ad agosto, scrivono gli economisti di Markit, «la crescita del settore manifatturiero dell’Eurozona ha perso slancio e i tassi d’espansione sono rallentati per la produzione, i nuovi ordini e le esportazioni, provocando un indebolimento della creazione dei posti di lavoro». In Spagna l’indice è rimasto invariato rispetto a luglio, a 51, il minimo da 31 mesi, con un incremento solo marginale delle condizioni di business. L’indicatore dell’occupazione ha mostrato una netta caduta ad agosto, a 50,3 da 53,4 di luglio.

In Francia domanda debole

Preoccupa anche l’attività in Francia dove il 48,3 dell’indice - zona contrazione - conferma il rallentamento in atto già da mesi toccando un nuovo minimo rispetto al 48,6 di luglio. Tra le cause dello stop francese c’è la domanda debole che ha influito sui nuovi ordini. È il sesto mese consecutivo che il Pmi Markit della Francia sta sotto quota 50. «Nonostante la produzione si sia stabilizzata - sottolinea Jack Kennedy, econmista di Markit - sembra molto probabile una pausa dato il clima di fragilità della domanda». L’ambiente generale è diventato più difficile per via di una caduta dell’occupazione, più veloce del previsto.

La Germania continua la ripresa

Continua invece la ripresa tedesca, iniziata nel dicembre 2014. Anche se ad agosto l’indice Pmi destagionalizzato è leggermente sceso - a quota 53,6 - rispetto a luglio (53,8), è rimasto al di sopra della media (51,9) e segnalato un miglioramento solido delle condioni di attività in Germania. L’aumento dei volumi di produzione, a un ritmo appena inferiore al massimo da 27 mesi raggiunto a luglio, è stato sospinto, come avviene ormai da tempo, dall’incremento della domanda. I nuovi ordini continuano a crescere anche se a al passo più debole da tre mesi a questa parte. La richiesta di beni di consumo è sempre più forte rispetto a quella di beni intermedi e degli investimenti. Gran parte dell’aumento dei nuovi ordin è stato determinato alle esportazioni, cresciuti al ritmo più elevato da due anni e mezzo. L’occupazione nel settore manifatturiero è cresciuto per il quinto mese consecutivo poiché le imprese si preparano alla nuova domanda. Secondo Oliver Kolodseike, economista a IHS Markit, «per quanto il Pmi sia sceso lievemente rispetto a luglio, i risultati di oggi evidenziano che il settore della produzione in Germania rimane in ottima forma perché produzione e nuovi ordini sono risultati ai livelli più elevati da due anni e la domada estera è salita molto».

Il rimbalzo britannico
Agosto ha visto un solido rimbalzo dell’indice manifatturiero della Gran Bretagna, trainato da produzione e nuovi ordini in arrivo. Le società intervistate hanno riferito di flussi importanti di nuovo lavoro sia domestico che dall’estero. A favorire la ripresa di agosto - indice a 53,3 - dopo il rumoroso tonfo di luglio (48,3, il minimo da 41 mesi) seguito al referendum inglese è stata soprattutto la debolezza della sterlina che ha aiutato le esportazioni. L’occupazione è aumentata per la prima volta da un anno a questa parte.

Prezzi di vendita in calo

In tutta l’Eurozona i nuovi ordini destinati all’esportazione, incluso il
commercio intra Eurolandia, sono aumentati al tasso più lento da maggio con le eccezioni di Germania e Paesi Bassi. Espansioni minime sono state registrate in Italia e, con una crescita accelerata, anche in Spagna e Grecia. I nuovi ordini destinati all’estero sono invece diminuiti in Francia, Austria e Irlanda. Ad Agosto inoltre sono diminuiti i prezzi medi di vendita per il dodicesimo mese consecutivo. Ciò è un riflesso soprattutto delle forti pressioni da parte della concorrenza unite a una debole inflazione dei costi. Solo la Spagna e l’Irlanda hanno riportato prezzi di vendita in aumento in quest’ultima indagine.

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