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A Tokyo il G7 dei Parlamenti: «Più collaborazione sui rifugiati»

Laura Boldrini con Jun Matsumoto, Ministro per la Gestione dei disastri naturali (Ansa)
Laura Boldrini con Jun Matsumoto, Ministro per la Gestione dei disastri naturali (Ansa)

TOKYO - I presidenti delle Camere dei Paesi del G7 hanno tenuto un vertice a Tokyo in cui hanno concordato di cercare di rafforzare la collaborazione per affrontare meglio il problema dei rifugiati in Europa. Un tema che sara' al centro anche del summit dell'anno prossimo, che si terra' in Italia (Paese che avra' nel 2017 la presidenza del G7).
La presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha parlato delle questioni della pace e della sicurezza nella relazione della sessione finale della 14esima Conferenza degli “Speakers” del G7 - che il presidente della Camera Bassa giapponese, Tadamori Oshima, le ha affidato - sottolineando l'importanza in questo senso del ruolo dei Parlamenti.

APPUNTAMENTO IN ITALIA NEL 2017. Il vertice dell'anno prossimo con tutta probabilita' si terra' nella prima meta' di luglio anziche', come di consueto, a settembre, tenendo conto degli appuntamenti elettorali in Germania e in Francia. Lo ha indicato la stessa Boldrini, segnalando anche l'intenzione di tenere il summit in due localita' (una “minore” oltre a Roma), al pari del vertice di quest'anno suddiviso tra Tokyo e Kyoto. In primo piano andranno i temi dell'energia e dei migranti/rifugiati. Prima del rientro in Italia, Boldrini – che ha incontrato il ministro giapponese responsabile per la gestione dei disastri naturali, Jun Matsumoto - si rechera' a Iwaki, nella provincia di Fukushima, per una verifica dei processi di ricostruzione e prevenzione nel Sol levante. Il vertice si e' svolto in sostanziale coincidenza con la giornata nazionale della prevenzione dei disastri naturali in Giappone, che ha mobilitato in esercitazioni di protezione civile oltre un milione di persone. In questo senso, Tokyo ha molto da insegnarci, mentre l'Italia puo' essere un punto di riferimento sulla gestione del problema dei migranti. L'approccio giapponese e' quello di stanziare finanziamenti ma di limitare al massimo l'accoglienza diretta. “Come ha detto lo stesso presidente Oshima, il Giappone puo' fare di piu'”, ha detto Boldrini.

IL RUOLO DEI PARLAMENTI. “Non vi possono essere sviluppo e rispetto dei diritti finché le armi non tacciono. Finché le milizie non smobilitano, finché le vittime non ottengono giustizia e finché chi ha combattuto non si vede offrire opportunità alternative alla guerra”, ha sottolineato Boldrini nel suo intervento . In questo senso, i parlamenti possono e devono giocare un ruolo-chiave in piu' direzioni. “Innanzitutto dobbiamo, da Presidenti di Parlamento, assicurarci che vengano ratificati i Trattati internazionali”, ha detto. “Allo stesso modo, i disastri naturali si moltiplicheranno, mettendo a repentaglio la sicurezza e la pace, se non daremo seguito agli impegni sottoscritti per arrestare il cambiamento climatico. Nelle prossime settimane, il Parlamento italiano verrà chiamato a ratificare lo storico Accordo di Parigi” (oggi il Parlamento cinese l'ha ratificato).

Tokyo, Boldrini al G7 dei Parlamenti

“Il Parlamento – ha proseguito Boldrini - gioca un ruolo fondamentale non solo nel ratificare accordi internazionali o nell'approvare leggi, ma anche nel monitorare la loro attuazione e nel chiederne conto al governo…Noi Parlamenti abbiamo la possibilità di far pressione sugli esecutivi affinché si pongano le condizioni per la pace”.

Anche nel definire le modalità della partecipazione alle operazioni di peacekeeping, il Parlamento può giocare un ruolo importante: “Dobbiamo esercitare ogni pressione sugli esecutivi affinché si attivino concretamente per far cessare le guerre in atto nel mondo. Al tempo stesso, noi Presidenti di Parlamento dobbiamo moltiplicare il sostegno alle azioni di rafforzamento delle istituzioni parlamentari nei Paesi dov'è in corso una transizione democratica. Possiamo fare diplomazia parlamentare! Possiamo stipulare protocolli per sostenere gli sforzi di questi Paesi”. Boldrini ha poi parlato della necessita' di una sorta di “piano Marshall” per l'Africa: “Perché se noi non stabilizzeremo questi Paesi, con un grande piano di sviluppo e investimenti, verremo destabilizzati a nostra volta. Come accadde settant'anni fa, quando gli Stati Uniti ebbero la lungimiranza di contribuire in maniera massiccia alla ricostruzione ed al rilancio delle economie di molti dei nostri Paesi, ridotti in macerie dalla Seconda Guerra mondiale, dobbiamo lanciare un grande Piano Marshall per l'Africa, il continente più giovane e più instabile del mondo”.

Infine, la presidente ha sottolineato l'importanza di un rilancio del processo di integrazione europea: “Oggi, la migliore ‘buona pratica' al mondo per quanto riguarda la pace e la sicurezza è l'Europa unita”.

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