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«La Grecia si è stabilizzata, ora flessibilità»

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«La Grecia si è stabilizzata, ora flessibilità»

  • –Vittorio Da Rold

CERNOBBIO

«L’economia greca si è stabilizzata. Abbiamo avuto una recessione inferiore alle attese l’anno scorso (meno dell’1%) e quest’anno abbiamo assistito a un primo trimestre marginalmente negativo, un secondo trimestre positivo e speriamo che il terzo e il quarto saranno altrettanto positivi. Tutto questo sottolinea che l’economia greca sta compiendo una inversione di direzione che porterà ad una crescita potenziale nel 2017 del 2,5%» dice ottimista Giorgos Stathakis, ministro dell’Economia e del Turismo greco ed accademico esperto con lavori sul piano Marshall di aiuti all’Europa post-bellica, a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio.

Stathakis è un veterano di Cernobbio dove venne due anni fa con il premier Alexis Tsipras e l’allora ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, per difendere la posizione ellenica contraria all’austerità di lacrime e sangue in cambio di prestiti e riforme. Altri tempi. Oggi tutti riconoscono che per uscire dalla lunga recessione occorre qualcosa di più della «sola politica monetaria della Bce che ha raggiunto il suo limite massimo». «L’Europa ha usato solo la politica monetaria tralasciando la politica fiscale», dice il cretese Stathakis, con l’aria di chi l’aveva detto che di sola austerità non si sarebbe mai usciti dalle secche della grande recessione.

Come sta procedendo il processo di privatizzazioni?

Sulle privatizzazioni stiamo andando avanti come previsto con i creditori nell’ultimo accordo sottoscritto a luglio e posso aggiungere che sulla messa sul mercato delle ferrovie greche, una delle privatizzazioni in rampa di lancio, c’è un forte interesse italiano e noi siamo felici di questo interessamento», dice il ministro riferendosi alla partecipazione di Ferrovie dello Stato che il 14 luglio scorso sono state definite “preferred investors” per l’acquisizione delle società greca di trasporto ferroviario Trainose dal Fondo ellenico per la privatizzazione.

È preoccupato della stabilità turca? E della Brexit?

La Turchia è un paese confinante molto vicino e noi siamo per una stabilità del Paese e sosteniamo l’orientamento europeo di Ankara. Oggi la Turchia è un paese instabile in seguito agli ultimi sviluppi e noi sosteniamo ogni sforzo di rafforzamento della democrazia turca. Quanto a Brexit personalmente ritengo che avrà un effetto negativo sia sull'economia europea che su quella britannica. Il maggior effetto di turbolenza deriva dal fatto che la Gran Bretagna è il maggior mercato finanziario Ue e ha un ruolo strategico nell'economia europea.

Avete fatto i compiti a casa come la Troika ha chiesto?

Abbiamo sottoscritto importanti negoziati dopo l'accordo del luglio 2015 e ora dobbiamo implementare quello che abbiamo approvato lo scorso dicembre. Il superamento della prima revisione è stata molto importante perché rappresentava il 70% di tutto il pacchetto concordato. Penso che la seconda revisione che partirà la settimana prossima che prevede molti argomenti sul tavolo sarà focalizzata sulle riforme del mercato del lavoro.

È tempo per un taglio del debito greco come ha detto il Fmi?

La discussione sul debito greco è diventata molto specifica oggi: nell’Eurogruppo abbiamo deciso di separare in tre fasi la questione: la prima fase, immediata, è quello dove ci sono tassi di interesse molto bassi per una prima serie di scadenze relative al 2020; poi ci sono le scadenze di medio periodo e queste questioni verranno discusse dopo la fine della seconda revisione del programma; infine nella terze serie di scadenze che riguarda la sua domanda riguarda impegni di lungo termine dove il Fondo monetario chiede che la discussione prenda inizio al più presto e non nel 2020 e su questo il Fmi si è riservato il diritto di partecipare o meno al piano.

Cosa pensa delle politiche di austerità in Europa e sui limiti delle politica monetaria?

La soluzione della crisi viene da una combinazione di politiche fiscali, monetarie e di crescita. Fino ad ora le misure maggiori per rispondere alla crisi sono state a carico della politica monetaria. Sebbene la politica monetaria abbia avuto successo ora ha raggiunto i suoi limiti ed è giunto il momento di usare anche la politica fiscale rendendo più flessibile il Patto di stabilità e infine consentendo a livello europeo il varo di politiche di sviluppo in particolare per il sud Europa.

Oggi ci sono state le prime aste per le licenze televisive in Grecia. Molti temono perdite di posti di lavoro nel settore?

Negli ultimi 29 anni le licenze tv venivano assegnate su base annua senza permessi permanenti. Oggi siamo felici perché ora abbiamo un sistema competitivo per l'assegnazione delle licenze tv che produce incassi pubblici per 250 milioni di euro. Inoltre tutti i partecipanti sono inseriti in un sistema ben regolamentato senza favoritismi politici.

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