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I socialisti Ue: più investimenti

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Europa

I socialisti Ue: più investimenti

  • –Vittorio Da Rold

Atene o Bratislava? L’Europa è spaccata come una mela, ma la bordata contro le accuse lanciate da Berlino al vertice UeMed è partita ancora una volta dalla piccola Atene di Alexis Tsipras, centro della crisi del debito sovrano e cavia delle politiche di rigore, dove ieri si è svolto l’incontro dei ministri degli Affari europei membri del Pse, dopo che venerdì si sono incontrati i sei leader dei Paesi del Mediterraneo (per la Spagna era presente un sottosegretario a causa della crisi politica) mandando su tutte le furie il potente ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble che ha visto sfidare la sua leadership europea.

«Dobbiamo rilanciare la crescita europea con misure concrete, come il raddoppio dei fondi del piano Juncker e l’incremento di politiche più favorevoli agli investimenti. Ma dobbiamo anche rivedere il bilancio multiannuale della Ue per dare sostanza concreta e nuove risorse agli obiettivi di cui si discuterà a Bratislava, come giovani, crescita, immigrazione», ha affermato il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi da Atene sintetizzando la volontà comune emersa nella riunione dei suoi colleghi europei socialisti e democratici.

Le polemiche tra Europa del Nord ed Europa del Sud, tra socialisti e popolari, non accennano a diminuire perché è il dogma della austerità, che ha a lungo dominato la politica economica europea dal 2010 e che si è leggermente attenuato solo nel 2014 con l’arrivo di Jean-Claude Juncker, ad essere stato messo sotto accusa al vertice UeMed di venerdì e dalla sua “dichiarazione di Atene” firmata da sette paesi mediterranei (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Cipro, Malta e Grecia).

Un documento, in vista del vertice informale a 27 a Bratislava il 16 settembre, dove si chiede all’Europa «di mantenere le promesse di prosperità e giustizia sociale, più investimenti e più crescita per superare la crisi, creare lavoro, proteggere il nostro modello sociale e preparare il futuro delle nostre economie». Una proposta, quella dell’Europa del Sud contro quella del Nord, che ha scatenato le reazioni stizzite dei “falchi” come il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che ha affermato che «quando si incontrano i leader socialisti, il più delle volte non viene fuori nulla di terribilmente intelligente» seguito dalle affermazioni altrettanto polemiche del capo dei popolari al Parlamento europeo, Manfred Weber che ha accusato il premier greco Alexis Tsipras di aver «manipolato» il presidente francese François Hollande e il premier Matteo Renzi e di disunire l’Europa come hanno fatto i Paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria) sui migranti.

Accuse pesanti a cui ha risposto Gianni Pittella, capogruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo: «Manfred Weber dovrebbe riflettere, più che divertenti le sue parole sono ormai diventate patetiche, è rimasto uno dei pochi a non volersi allontanare dall’ortodossia del rigore di bilancio a tutti i costi, ma quasi nessuno la pensa più come lui, a cominciare dalla stessa commissione Juncker».

Vero è che l’ortodossia del rigore del Patto di stabilità si è attenuata quest’anno con la concessione di due anni in più alla Francia per il rientro dal deficit e senza comminare sanzioni a Spagna e Portogallo che avevano sforato il limite del 3% . Ma la questione di fondo è che con l’uscita della Gran Bretagna, secondo paese più popoloso in Europa con 64 milioni di abitanti, un possibile fronte comune dei paesi mediterranei potrebbe avere una “minoranza di blocco” che ridimensionerebbe lo strapotere della leadership tedesca in Europa come ha ammesso il commissario Ue, Gunther Oettinger, vicino alla Merkel e l’europarlamentare tedesco, Markus Ferber, che ha definito sprezzante il summmit di Atene EuMed come “Club Med”. Per questo non si sono fatte attendere altre reazioni alle accuse tedesche.

«Il ministro delle Finanze tedesco ha fatto un commento decisamente improntato al clima elettorale in Germania, perché si rivolgeva alla riunione dei partiti socialisti, che sono il suo avversario politico in Germania», ha commentato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in conferenza stampa al termine dell’Ecofin informale a Bratislava cercando di attenuare i toni della polemica che sta infiammando l’Europa.

A far andare su tutte le furie i socialisti europei è stata anche l’affermazione di Schäuble che ha spiegato che il surplus commerciale tedesco, superiore ai limiti previsti dai Trattati Ue, è il risultato della politica accomodante della Bce, accusando quindi, come se non bastasse, anche i tassi bassi di Francoforte, l’unico faro in questa situazione di crisi ed estrema volatilità dei mercati.

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