Mondo

«Il deficit portoghese 2016 sotto l’obiettivo del 2,5%»

  • Abbonati
  • Accedi
Europa

«Il deficit portoghese 2016 sotto l’obiettivo del 2,5%»

Il “Gandhi di Lisbona” vuole riprovarci. António Costa, 55 anni, socialista, primo ministro dal novembre 2015, sta riproponendo per l’intero Portogallo quanto ha realizzato per la capitale da sindaco. Il suo obiettivo è uscire dalle politiche di austerità imposte dalla Troika tra il 2011 e il 2014 senza tornare alla sregolatezza fiscale. «L’andamento dei conti pubblici - dice subito - è molto chiaro, anche se la crescita non è quella che speravamo: ci sono già tutte le condizioni per raggiungere agevolmente un deficit 2016 inferiore al 2,5% del Pil», il nuovo obiettivo posto dalla Ue dopo la cancellazione della multa per il deficit eccessivo del precedente governo. Nello stesso tempo, aggiunge, «abbiamo iniziato a voltare pagina sull’austerità, a rafforzare i redditi delle famiglie e sostenere la domanda interna».

La sua strategia è stata già sperimentata. Nel 2007, da sindaco di Lisbona, collocò il suo ufficio a Mouraria, un quartiere poverissimo dove prosperavano solo il traffico di stupefacenti e la prostituzione, e non esitò a mescolarsi agli abitanti della zona guadagnandosi così, grazie anche alle sue origini indiane, il paragone con il Mahatma. Quell’area di Lisbona è rinata grazie al suo impegno, mentre il bilancio della capitale – allora molto indebitata – è stato risanato senza aumentare le imposte.

A livello nazionale la via percorsa punta soprattutto al salario minimo: «A gennaio è stato aumentato di 25 euro al mese a 530 euro e l’obiettivo è portarlo a 600 euro entro il 2019». Facile l’obiezione: così facendo non si rallentano o si riducono i posti di lavoro? «Secondo alcuni studi - è la sua risposta - l’aumento dei salari è stato accompagnato da un aumento dell’occupazione e un calo della disoccupazione». Soprattutto, sottolinea Costa, questa riforma è stata fatta «sulla base di un accordo sociale, con i sindacati e le associazioni padronali».

È un punto importante, questo: in questa fase è necessario garantire stabilità politica e sociale al paese. Costa guida un governo di minoranza, appoggiato da partiti di sinistra (il Blocco di sinistra, il Partito comunista portoghese e i Verdi), con due ministri indipendenti alle Finanze e all’Economia. Alcuni analisti avevano scommesso su una sua rapida caduta, ma ha resistito più del previsto: «Ci conosciamo bene – dice dei suoi alleati – abbiamo litigato per 40 anni. L’accordo tra noi, su alcune misure specifiche, rispetta le differenze di ciascuno. Sappiamo quali sono le cose su cui occorre andare d’accordo. Abbiamo avuto momenti difficili, ma siamo riusciti a superarli».

Questa stabilità faticosamente tenuta e il buon andamento dei conti permettono a Costa di dirsi fiducioso anche sull’evoluzione dei rating del paese. Il Portogallo ha un solo “voto” superiore al minimo richiesto dalla Bce per il suo quantitative easing, quello della Dbrs. Se l’agenzia canadese abbassasse il suo BBB(low), i titoli portoghesi sarebbero esclusi dal programma di acquisti della Bce, con effetti negativi sulla struttura dei tassi del paese. L’outlook della Dbrs è oggi “stabile”, al prossimo appuntamento di ottobre sarebbe difficile un downgrade, che però non è escluso in futuro: il debito è pari al 130% del Pil, la crescita langue, basta poco per deragliare.

Costa, in ogni caso, non tradisce alcuna preoccupazione. «Non c’è motivo per un declassamento. Tutte le agenzie sono tranquille; e l’agenzia canadese ha sempre spiegato che, salvo nel caso di una rottura delle relazioni tra il Portogallo e la Commissione Ue, non ha ragioni per cambiare il voto». Oggi i rapporti con la Ue sembrano buoni, sia pure dopo qualche tensione. «Sono rapporti collaborativi – dice Costa – ci sono state delle differenze, ma è normale». La sanzione per il deficit eccessivo è stata così annullata e la ricapitalizzazione della banca pubblica Caixa Geral de Depósitos non è considerata aiuto di Stato.

L’intero settore bancario è però sottocapitalizzato, in Portogallo. «Uno dei grandi errori del programma della Troika – spiega Costa – è stato quello di non prestare attenzione alla situazione del sistema finanziario per concentrarsi sulla finanza pubblica mentre i problemi maggiori erano altrove». Costa è comunque ottimista. «Le banche private hanno già una soluzione “privata”, capitali stranieri stanno per entrare nel paese. Per il Banco Espirito Santo ci sono quattro proposte d’acquisto, e altre banche hanno mostrato interesse nel caso i negoziati andassero male».

La rinascita del Portogallo non passa però attraverso la finanza, pubblica o privata. L’esempio da seguire – secondo Costa - è quello del settore delle scarpe, indicato come modello anche dal Fondo monetario internazionale perché è riuscito a contrastare la concorrenza degli Emergenti ed è ormai secondo al mondo per produzione e prezzi. «Tanti dicevano che le scarpe erano riservate ai cinesi e al lusso italiano – spiega Costa – e non c’era spazio per il Portogallo. Cosa hanno fatto gli imprenditori? Hanno lavorato vent’anni, ristrutturando tutta la filiera. Hanno investito nella formazione dei lavoratori, nell’innovazione, nel design».

Costa vuole ora proporre questo modello anche ad altri settori. «Dico sempre agli industriali portoghesi: bisogna guardare a ciò che hanno fatto gli industriali delle scarpe». Il programma nazionale di riforme ha quindi sei pilastri - qualificazione professionale, modernizzazione dello stato e delle imprese, valorizzazione del territorio, capitalizzazione delle imprese, riduzione della povertà - e ha un orizzonte decennale: «Non è una battaglia di uno-due anni, è la battaglia di una generazione», dice. Solo così, conclude, il Portogallo può farcela. «Il paese ha attraversato un periodo di stagnazione,dal 2000 a oggi. Il nostro problema è adattarsi alle nuove condizioni, al triplo choc competitivo dell’euro, dell’allargamento Ue e della globalizzazione. Le riforme di cui abbiamo bisogno non sono allora quelle con effetti di breve termine; e occorre tempo».

© Riproduzione riservata