Come se le crisi del momento non fossero sufficienti, l’Unione è scossa da alcuni giorni anche da una vicenda personale, che senza avere provocato apparentemente la violazione di regole e norme, ha messo in luce una situazione moralmente discutibile. Il caso riguarda l’ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, che è stato assunto dalla banca americana Goldman Sachs, la stessa che qualche anno fa fu accusata di aver contribuito alla manipolazione dei conti pubblici in Grecia.
Dinanzi alle pressioni di alcuni paesi, l’attuale presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha scritto al suo predecessore per chiedere maggiori dettagli sul ruolo che andrà ad occupare nella banca d’investimento. Ieri, il 60enne ex premier portoghese gli ha risposto, piccato nel tono e freddo nello stile, sottolineando di sentirsi oggetto di «discriminazioni», poiché altre persone, passate nel settore privato, non sarebbero state trattate allo stesso modo.
La vicenda è scoppiata in luglio. Ai tempi, Juncker aveva notato che le regole europee – le quali prevedono tra le altre cose un periodo minimo di 18 mesi dopo la fine del suo mandato prima che un ex membro della Commissione possa assumere posizioni professionali - sono state pienamente rispettate. Nel contempo, consapevole dell’effetto ottico negativo della scelta di Barroso, l’ex premier lussemburghese aveva ammesso che egli al suo posto non avrebbe preso la stessa decisione. Il caso si è ingarbugliato rapidamente. Il presidente francese François Hollande ha definito la scelta dell’ex presidente della Commissione «moralmente inaccettabile». Alcuni giornali hanno cavalcato la vicenda, ricordando che Goldmans Sachs ebbe una parte nella crisi debitoria greca perché avrebbe aiutato il governo greco a manipolare i conti pubblici. Interpellato dall’ombudswoman europea Emily O’ Reilly, Juncker ha deciso di chiedere a Barroso maggiori informazioni.
L’ex uomo politico ha spiegato nella sua risposta che non è un lobbista e neppure un consulente dedicato alla questione Brexit. Barroso è stato nominato presidente non esecutivo del consiglio di amministrazione di Goldman Sachs International. Ha denunciato «discriminazioni» ai suoi danni poiché il passaggio di altri ex commissari dal settore pubblico al settore privato non ha provocato le stesse reazioni. Il riferimento è prima di tutto a Nellie Kroes, che ora lavora per Uber.
È difficile prevedere come la vicenda possa terminare. L’articolo 245 dei Trattati è vago: chiede agli ex membri della Commissione di rispettare «i doveri di onestà e delicatezza per quanto riguarda l’accettare (...) determinate funzioni o vantaggi». La verità è che Goldman Sachs ha una immagine controversa. In un libro del 2010, Marc Roche, allora giornalista di Le Monde, pubblicò un libro dal titolo: La Banque – Comment Goldman Sachs dirige le monde (La Banca – Come Goldman Sachs dirige il mondo).
Nel suo volume, Roche notava come la società fosse riuscita ripetutamente nei decenni ad attirare ex esponenti politici nei suoi ranghi, presumibilmente per affermarsi ulteriormente negli affari con governi e imprese. Di recente, la stampa americana ha rivelato che l’attuale candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, ha accettato da Goldman Sachs nell’ottobre 2013, due mesi dopo aver lasciato la guida del Dipartimento di Stato, un compenso di 225mila dollari per un intervento a Marana, nell’Arizona.
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