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Il Piano per l'Africa sale a 44 miliardi di euro

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Il Piano per l'Africa sale a 44 miliardi di euro

Jean-Claude Juncker (Reuters)
Jean-Claude Juncker (Reuters)

Come preannunciato in giugno, la Commissione europea ha illustrato ieri i dettagli di una nuova iniziativa che deve contribuire a meglio gestire l'immigrazione verso l'Europa, aiutando lo sviluppo economico nei Paesi di partenza, per frenare l'arrivo di migranti nell'Unione. Il pacchetto, finanziato da 3,35 miliardi di euro di denaro comunitario, deve servire a mobilitare investimenti privati per 44 miliardi di euro, e possibilmente il doppio con l'aiuto dei Ventotto.Il piano ha un duplice obiettivo, ha spiegato l’Alta Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini in una conferenza stampa a Strasburgo, dove il Parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria questa settimana: «Il nuovo piano per gli investimenti esteri sarà di sostegno alle economie e alle società dei nostri partner, ma permetterà anche di creare le condizioni per consentire alle nostre imprese di sviluppare le loro attività e spostarsi all'estero».

La Commissione ha parlato di investimenti totali per 44 miliardi che possono salire a 88 miliardi se i Ventotto decidono anch’essi di contribuire alla base finanziaria che deve servire da volano. Le cifre sono più elevate del previsto. In giugno, l’obiettivo dichiarato era di mobilitare investimenti per 31 miliardi, o 62 miliardi con l’aiuto degli Stati membri. Al di là delle cifre stimate, la sfida sarà convincere i governi a un contributo impopolare in un contesto di ristrettezze finanziarie.Il tentativo è di sviluppare l’economia nei Paesi di partenza e frenare gli arrivi di migranti in Europa (si veda Il Sole 24 Ore del 31 maggio).

Nel suo discorso sullo Stato dell'Unione, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha fatto notare che la crescita nei Paesi in via di sviluppo è ai minimi dal 2003. Il nuovo Piano per gli investimenti esteri (l'acronimo inglese è Eip) deve essere visto nel quadro di una politica migratoria che prevede anche un rafforzamento del controllo delle frontiere.Il nuovo Corpo europeo di guardie di frontiera ha ricevuto ieri l’approvazione parlamentare definitiva e dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno. Il nuovo organismo entra in funzione nelle situazioni di emergenza, ma prevede anche un rafforzamento di Frontex, l’agenzia di controllo delle frontiere che coordina le autorità nazionali. Sempre ieri, il presidente Juncker ha annunciato un dispiegamento di nuove forze – 200 persone, 50 veicoli – alla frontiera della Bulgaria con la Turchia.Su questo fronte l’ex premier lussemburghese ha preannnunciato entro fine anno un giro di vite nei controlli alle frontiere esterne dell'Unione: «Ogni volta che qualcuno entrerà o uscirà dall’Unione, il passaggio verrà registrato. Sapremo quando, perché e chi è». In novembre verrà creato un sistema automatizzato che monitorerà i viaggiatori stranieri in Europa.

«Il soft power non è sufficiente nel nostro vicinato sempre più pericoloso», ha detto Juncker.Quanto all’Eip, il vice presidente della Commissione, Jyrki Katainen, ha spiegato che le garanzie comunitarie nel nuovo strumento finanziario avranno il compito di rassicurare gli investitori privati nei Paesi in via di sviluppo. Ha aggiunto la signora Mogherini che il compito della Commissione sarà anche di assicurare alle aziende un accesso «più strutturato» ad «ambienti complessi» nei quali «nessun Paese membro può godere delle stesse risorse e delle stesse conoscenze tecniche» di Bruxelles.

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