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Libia, la Folgore a difesa dei medici

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l’intervento italiano

Libia, la Folgore a difesa dei medici

«Niente boots on the ground, semmai meds on the ground» sintetizza il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni per spiegare ieri in Parlamento come l’operazione “Ippocrate” (300 uomini coinvolti) per costruire un ospedale da campo a Misurata, in Libia, abbia ben poco di militare e molto di umanitario. Concetti ribaditi anche dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ricostruisce la genesi della missione che prenderà avvio proprio oggi da Livorno (dopo il via libera del Parlamento) con la partenza di un primo aereo con 40 uomini e attrezzature per la costruzione dell'ospedale.

L'8 agosto scorso, precisa la Pinotti, il premier del Governo di unità nazionale libico Fayez El Serraj ha scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi per chiedere aiuto nella cura dei numerosi miliziani feriti nella lotta contro Daesh a Misurata. Renzi ha risposto il 30 agosto dando l’avvio all’operazione umanitaria e alla costruzione dell’ospedale che rientra nel quadro della risoluzione Onu sulla stabilizzazione in Libia e sarà pronto entro la fine di settembre con 50 posti letto in grado di effettuare trasfusioni e interventi per codice rosso.

Ma poiché ci si muove pur sempre in una zona con notevoli problemi di sicurezza i medici e gli operatori sanitari avranno a disposizione una “force protection” di circa 100 paracadutisti della Folgore. Il dettaglio dell’operazione Ippocrate lo fornisce il ministro Pinotti in Parlamento: «Siamo pronti – dice la responsabile della Difesa - per un ospedale a Misurata e per inviare circa 300 unità, un’aliquota sarà composta da 65 tra medici e infermieri, 135 saranno addetti al supporto logistico per manutenzione, comunicazioni, gestione amministrativa etc. Di cento unità sarà invece composta una vera e propria “force protection”». A supporto della missione sarà schierato anche un velivolo C27-J «per una eventuale evacuazione strategica» e una nave già impegnata nel dispositivo di “Mare sicuro” stazionerà nelle acque antistanti Misurata.

Due risoluzioni, al Senato e alla Camera, mettono in moto l’operazione, contestata dalle opposizioni come il Movimento cinque stelle secondo il quale l’operazione militare sdarebbe già partita. «I militari italiani non sono già partiti per la Libia, sono pronti ma non sono già partiti – tiene a precisare la Pinotti - rispetto a degli obiettivi i militari si preparano, quindi sono predisposti ma nessuno è partito, siamo pronti se il Parlamento ce lo dice».

L’operazione Ippocrate coincide inoltre con un momento molto delicato in Libia dopo che le forze del generale Haftar di Tobruk nei giorni scorsi hanno rivendicato la conquista di punti strategici della cosiddetta Mezzaluna petrolifera. Secondo il presidente del parlamento di Tobruk, Aqila Saleh, (quello che non ha mai votato a favore di Serraj) le forze di Haftar si sono mosse «su mandato delle istituzioni ufficiali e di tutto il popolo libico per liberarlo da chi ostacola l'esportazione del petrolio libico». Si tratta, secondo il ministro Gentiloni, di «azioni negative che danneggiano il processo di stabilizzazione della Libia».

Il governo italiano insieme a quelli di Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti e Regno Unito hanno già ufficialmente condannato, con un comunicato congiunto, gli attacchi di Haftar ai terminal petroliferi di Zueitina, Ras Lanuf, Es Sider e Brega. «Facciamo appello a tutte le parti per un immediato cessate il fuoco e per prevenire ogni ulteriore scontro – è scritto nel comunicato - ci rivolgiamo a tutte le parti in causa perché evitino ogni azione che potrebbe danneggiare le infrastrutture energetiche libiche o compromettere ulteriormente le esportazioni».

Gentiloni ricorda poi che «il prossimo impegno al quale stiamo lavorando è la conferenza ministeriale che Kerry e io presiederemo a New York tra una decina di giorni» per aprire un dialogo con le componenti del generale Haftar. E l'Italia continuerà intanto a fare la sua parte sul fronte diplomatico con l’invio del nuovo ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone, entro la prima metà di ottobre.

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