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Juncker: raddoppiare gli investimenti

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Europa

Juncker: raddoppiare gli investimenti

  • –Beda Romano

bruxelles

Nel tentativo di rasserenare il clima in una Unione divisa e scossa, il presidente della Commissione europea ha presentato ieri dinanzi al Parlamento europeo «un’agenda positiva» da adottare nei prossimi 12 mesi. Si tratta, ha detto Jean-Claude Juncker, di un periodo «decisivo» per il futuro dell’Unione. Tra le altre cose, ha proposto di radoppiare la capacità finanziaria del Fondo europeo per gli investimenti strategici. Altre proposte riguardano l’economia digitale e la difesa.

Riferendosi alle gravi divisioni, soprattutto tra l’Est e l’Ovest dell’Unione, il presidente Juncker ha affermato che per superare le tensioni «è necessario mettersi al lavoro rapidamente» per risolvere una «crisi esistenziale». Proprio questa settimana, il ministro degli Esteri lussemburghese ha criticato con toni senza precedenti l’Ungheria, colpevole agli occhi di Jean Asselborn di non avere accolto rifugiati dal Vicino Oriente per venire incontro alle difficoltà di Italia e Grecia nel gestire l’arrivo di profughi.

«Il populismo non risolve i problemi. Il populismo crea problemi», ha avvertito il presidente della Commissione in un contesto in cui non vi è Paese europeo che non debba fare i conti con la crescita di partiti radicali. «Rispettiamo la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione, anche se ci dispiace (…) Ciò detto, l’Unione non è a rischio». Vecchio protagonista della scena europea, Juncker ha ammesso tuttavia che «mai come oggi ho visto così poco terreno comune tra i Paesi membri».

Attualmente il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) è chiamato a mobilitare 315 miliardi di euro entro il 2018. Juncker ha proposto ieri di raddoppiare la somma (a 630 miliardi) e confermato di voler allungare la durata di vita dello strumento finanziario creato con l’obiettivo di sostenere la domanda interna e contrastare i rischi di deflazione. Finora, l’Efsi ha mobilitato 116 miliardi di euro in un anno. Il nuovo obiettivo di 630 miliardi deve essere raggiunto entro il 2022.

A proposito delle politiche di bilancio, Juncker si è limitato a ricordare di volere «una flessibilità intelligente» delle regole del Patto di Stabilità. Sul fronte digitale, la Commissione vuole proporre che tutti i centri cittadini europei siano dotati di libero accesso a internet entro il 2020. Sempre nell’ottica di promuovere l’immagine dell’Unione, Bruxelles ha promesso entro la settimana prossima un nuovo progetto che vieti tariffe straordinarie quando il proprietario di un cellulare viaggia all’estero (il roaming).

Tornando al tema delle divisioni tra Est e Ovest, e quindi alla questione dell’immigrazione, Juncker ha notato: «La solidarietà deve venire dal cuore. Non può essere imposta dall’alto. Esorto la presidenza slovacca dell’Unione a tentare di ricucire tra i Paesi membri». In questo contesto, Bruxelles ha proposto la creazione di un Corpo europeo di solidarietà che permetta ai giovani europei di intervenire se lo vogliono nelle grandi calamità naturali. Il nuovo organismo dovrebbe contare 100mila membri entro il 2020.

Infine, sul versante della difesa, Juncker ha confermato che la Commissione europea vuole incitare alla cooperazione rafforzata tra i Paesi membri, così come previsto dai Trattati. Entro fine anno, l’esecutivo comunitario vuole creare un fondo europeo dedicato alla ricerca nella difesa. Dal canto suo, la commissaria al bilancio comunitario Kristalina Georgieva ha preannunciato sempre ieri che nel 2017 presenterà piani di lungo periodo per spostare risorse dall’agricoltura e dalla coesione alla difesa e alla sicurezza.

Con il suo discorso, Juncker ha voluto da un lato rassicurare le opinioni pubbliche nazionali con proposte concrete per rispondere alle tante crisi del momento; dall’altro evitare nuove divisioni tra i 28 e per quanto possibile calmare gli animi a ridosso del vertice informale a 27 che si terrà a Bratislava domani. Soprattutto, vuole tentare di uscire dall’isolamento in cui si trova dopo che alcune sue proposte, in particolare sull’immigrazione, hanno provocato la viva contrarietà di alcuni Paesi.

In attesa della risposta dei governi, ieri in aula Juncker ha ricevuto l’appoggio dei principali gruppi politici. Gianni Pittella, capogruppo socialista, ha definito il programma «credibile». Il capogruppo popolare Manfred Weber ha spiegato che è giunto il momento «di prendere le proprie responsabilità». Guy Verhofstadt, il leader liberale, ha invece chiesto proposte più ambiziose, considerando che la decisione inglese di lasciare l’Unione è «una opportunità» per riformare radicalmente l’Unione.

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