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«Continuare i negoziati sul Ttip»

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«Continuare i negoziati sul Ttip»

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In un contesto instabile, 12 ministri dell’Unione responsabili del Commercio hanno inviato una lettera alla commissaria al Commercio Cecilia Malmström per ribadire l’appoggio dei loro Paesi ai negoziati in vista di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. L’intesa (il Ttip) è oggetto di un difficile negoziato dall’esito ancora incerto. Ieri Malmström ha incontrato il suo omologo americano. Insieme hanno convenuto di fare progressi ulteriori nelle prossime settimane.

I 12 Paesi – oltre all’Italia, molti Paesi del Nord Europa – hanno spiegato nella loro missiva del 14 settembre, resa pubblica ieri a Bruxelles, che il commercio «è necessario se vogliamo continuare a creare nuovi posti di lavoro nell’Unione». In questo senso, i ministri hanno salutato con soddisfazione la fine del negoziato con il Canada, e scrivono di aspettarsi che una firma delle parti giunga il 27 ottobre, per permettere una entrata in vigore provvisoria dell’accordo commerciale con Ottawa. Quanto al Ttip, su cui non sono mancate le critiche recenti, i 12 ministri lo ritengono «una opportunità per definire le regole del commercio per il XXI secolo». Secondo i firmatari della lettera, «i negoziati hanno fatto progressi, tenuto conto dell’ampio spettro dell’intesa e del suo livello di ambizione». Ciò detto, «rimangono questioni aperte, e dobbiamo concentrarci su una loro soluzione». I ministri sono «fiduciosi» che la signora Malmström raggiungerà gli obiettivi del suo mandato negoziale.

In questo senso, i 12 Paesi «ribadiscono il loro impegno e il loro sostegno alla Commissione nel corso di questi negoziati». E ancora. «Auspichiamo la continuazione dei negoziati del Ttip con gli Stati Uniti». La presa di posizione giunge in un momento delicato: a una settimana da una riunione dei ministri del Commercio dedicata proprio al Ttip e dopo che sia in Francia che in Germania una parte della maggioranza al governo si oppone alle trattative.

In effetti, i tempi sono stretti. Il desiderio originario era di trovare una intesa entro le prossime elezioni americane di inizio novembre. L’obiettivo appare difficile da raggiungere, anche se ancora ieri la signora Malmström e il suo omologo americano Michael Froman si sono impegnati «a fare più progessi possibili» entro ottobre quando si terrà un nuovo round negoziale. Inoltre, molti Paesi europei sono segnati da tendenze protezionistiche, contrarie a un accordo commerciale con gli Stati Uniti.

Non peraltro Parigi e Berlino hanno criticato i negoziati (e non hanno firmato la lettera pubblicata ieri). A Bruxelles, l’impressione tra i diplomatici è che l’obiettivo a questo punto non sia di chiudere la partita entro fine anno, pressoché impossibile, ma di tenere la porta aperta perché si possa continuare il negoziato anche con la nuova amministrazione americana. A quel punto, tuttavia, gli ostacoli rischiano di essere più europei che americani, tenuto conto delle tante elezioni nazionali del 2017.

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