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Ucraina, Joe Biden: «Cinque Paesi Ue pronti a togliere sanzioni a Mosca»

Il viceprensidente Usa Joe Biden ieri all’Onu
Il viceprensidente Usa Joe Biden ieri all’Onu

Non si parla d'altro oggi sui media russi: il vicepresidente americano Joseph Biden, ieri, durante un forum organizzato per la 71esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha messo in guardia l'Ucraina sul rischio di cancellazione delle sanzioni Ue contro la Russia. Il braccio destro di Obama ha invitato Kiev a mantenere le promesse di una riforma, facendo notare che non tutti i Paesi europei sono disposti a continuare a difendere la posizione della parte ucraina. E dalla capitale russa, Moskovskij Komsomolets esulta nei titoli: «L'Unione Europea vuole togliere le sanzioni sulla Russia».

Mentre il rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha commentato su Facebook, sottolineando che l'appello del vicepresidente Usa ha in realtà tutt'altro valore: “Tradotto, si legge: Fratelli ucraini! Dobbiamo ancora sforzarci. Dimenticate il significato, non pensate alle conseguenze. Il vostro obiettivo è l'estensione delle sanzioni anti-russe! Ripetere questa operazione tre volte al giorno, e la felicità dei nostri figli sarà la consolazione dei vostri”.

Biden ha detto in realtà che in diversi Paesi dell'Ue le autorità sono pronte alla revoca delle sanzioni imposte dalla Russia per l'annessione della Crimea e il conflitto nel Donbas. «Sappiamo che ci sono almeno cinque Paesi che sono disposti a dire vogliamo uscire dalle sanzioni contro Mosca», ha detto ieri il vice Presidente degli Stati Uniti, parlando alla vigilia del Council on Foreign Relations di New York.

Biden ha anche ricordato che l'Unione europea sta attraversando una “crisi di fiducia in sé”, sullo sfondo dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea e la crisi siriana dei migranti. Secondo il vicepresidente americano, il presidente ucraino Petro Poroshenko è stato avvertito che bisogna convincere l'Europa che Kiev non è da biasimare per il fallimento degli accordi di Minsk. In passato Biden ha detto che gli Stati Uniti stavano esercitando una «forte pressione su tutta l'Europa, in particolare, sulla Merkel (cancelliere tedesco) e Hollande (presidente francese) per ostacolarne l'uscita (dal processo di Minsk)”.

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Peraltro Poroshenko proprio in questi giorni a New York ha incontrato la candidata presidenziale del partito democratico, Hillary Clinton, con la quale ha discusso della situazione nella regione Donbas. “Questo incontro è molto importante per me. Sono grato per la vostra posizione definitiva a sostegno della sovranità dell'Ucraina, l'integrità territoriale, l'indipendenza e le riforme degli ultimi due anni”, ha detto Poroshenko alla Clinton.

Le riforme in realtà sono il punto dolente, che ancora oggi lasciano un interrogativo sugli accordi di Minsk raggiunti in formato normanno (Russia, Ucraina, Francia e Germania). Secondo Interfax, Clinton ha risposto a Poroshenko che vorrebbe conoscere le riforme compiute dall'Ucraina, i progressi e le trasformazioni in evoluzione, “sullo sfondo dell'aggressione russa all'Ucraina”.

“Sono grato per la vostra posizione definitiva a sostegno della sovranità dell’Ucraina, l’integrità territoriale, l’indipendenza e le riforme degli ultimi anni”

Petro Poroshenko, presidente ucraino, riferendosi a Hillary Clinton 

Intanto sempre ieri la rappresentanza diplomatica russa a Roma ha segnalato scambi italiani a picco con la Russia e il sorpasso degli Usa tra gli esportatori. “Anche a causa delle sanzioni l'Italia sta perdendo quote di mercato importanti nell'export verso la Russia: se fino allo scorso anno era saldamente il nostro (l'Italia), il quarto Paese fornitore ora è il quinto, scavalcato proprio dagli Stati Uniti: questo giusto per far capire a chi giovano le sanzioni”. Lo ha detto l'ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, al seminario italo-russo in corso a Bolzano organizzato da Associazione Conoscere Eurasia, Forum economico internazionale di San Pietroburgo e Roscongress.

I dati portano avanti la catena di segni meno che ha caratterizzato gli scambi con Mosca negli ultimi anni. “Anche quest'anno le cifre dell'interscambio italo-russo non sono affatto soddisfacenti - ha proseguito Razov. Dopo il -36,2% del 2015, i primi 5 mesi registrano infatti un'ulteriore perdita degli scambi, a -48,8%. Dato che fa scendere la Russia dall'ottavo al tredicesimo posto tra i Paesi fornitori dell'Italia”.

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