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Asia e Oceania

Il nuovo Alberto nazionale: Mondi, l'italiano più famoso in Corea

Alberto Mondi
Alberto Mondi

SEUL – Come si diventa l'italiano più famoso in Corea, al punto di non poter entrare in un grande magazzino senza che si crei subito una piccola folla di donne d'ogni foggia ed età che esigono una foto insieme? “È stato un caso”, dice con tipica modestia Alberto Mondi da Mirano (Venezia), 32 anni, da 9 anni in Corea, diventato popolarissima grazie a un fortunato programma televisivo. Vero che si tratto' di circostanze fortuite; altrettanto vero che nella dinamica tra “Virtu'” e “Fortuna” da cui dipende la vita di ciascuno lui aveva messo di suo premesse importanti per cogliere un successo che l'ha portato a essere un simbolo dell'Italia in un Paese asiatico. Un simbolo che ha anzi cambiato la percezione locale dell'italianita': a differenza di altri, Alberto non ha costruito una immagine stereotipale dell'italiano belloccio che “sa vivere” e ci sa fare con le donne e ala fine risulta poco affidabile e non tanto intelligente. Anzi: Alberto propaganda la figura di un italiano serio, preparato, studioso, attaccato alla famiglia, che non si monta la testa. Quando parla di qualcosa, prima si documenta. E finisce per fare anche l'opinionista, senza toni saccenti.

NEOCAVALIERE. Dall'anno scorso è anche vicepresidente della Camera di Commercio italiana in Corea: “Un motivo in più per darsi da fare per l'Italia”, dice Alberto. Una ulteriore ragione gli arriverà il 24 ottobre, quando l'ambasciatore Marco Della Seta gli conferira' una onorificenza (l'Ordine della Stella), a riconoscimento dell'attività svolta “in favore del rafforzamento dei rapporti culturali tra l'Italia e la Corea e della promozione di una immagine estremamente positiva dell'Italia, favorendone la conoscenza in questo Paese”.

Il nuovo Alberto nazionale: diventare famosi in Corea

DALLA PROVINCIA VENEZIANA. “Mi sono laureato in cinese a Ca' Foscari a Venezia – racconta Alberto - Sono poi stato un anno in Cina, con una sorta di Erasmus, a perfezionare il mio cinese. In realtà non ho veramente studiato il coreano: l'ho imparato vivendo qui e lavorando in azienda come unico straniero con colleghi tutti coreani”.
“Sono arrivato a Seul nel 2007, a 23 anni. Sono di Mirano, paesino della provincia di Venezia. il mio marchio di fabbrica e' l'accento veneziano, mi dicono che si sente anche anche quando parlo coreano….”. Dopo uno stage in Ambasciata a Seul, Mondi ha frequentato per due anni corsi di economia all'Universita' Kangwon e ha fatto per un anno il ricercatore al Korea Institute of Public Finance.

CHIAMATEMI PERONI. Una prima svolta verso la notorieta' arrivo' sei anni fa, quando fu scelto dalla SABMiller come testimonial per il lancio della Peroni Nastro Azzurro in Corea come premium brand: occorreva un ragazzo italiano che parlasse coreano. “Lavorando per la Peroni ho conosciuto gente e grazie a questa rete di conoscenze, sempre importante in Asia, ho fatto il passo successivo – afferma Alberto - Sono arrivato in FiatChrysler, dove ho lavorato per circa due anni e mezzo come area manager”. Il proprietario di un bar che si riforniva di Peroni un giorno l'ha chiamato per dirgli di andare a trovarlo. Da lui c'era il direttore casting di un programma televisivo. “Mi ha chiesto se volevo fare televisione. All'inizio ho rifiutato: mia moglie non era tanto contenta di vedermi in tv. Sapevo della sua contrarietà in quanto avevo gia' avuto proposte precedenti. Questa persona ha insistito, dicendo che era un programma-pilota di una sola puntata. Mi ha convinto a farlo per una volta sola. Ma gia' la prima puntata e' stata un successo incredibile”. Impossibile rifiutare di continuare, anche per la moglie coetanea Ji Eun.

STAR TELEVISIVA. “Il programma si intitola in inglese Non-Summit (in coreano è un gioco di parole). Va in onda sulla rete Jtbc, il canale più amato dai giovani: una parodia di un summit delle Nazioni Unite, con dieci stranieri, rappresentanti di varie nazioni, che in coreano discutono di vari temi di attualità, scottanti o meno”. Il programma va avanti da due anni e mezzo e 8 dei dieci 10 membri originari sono stati cambiati, tranne Mondi e un canadese. Si trattano argomenti anche molto seri ma con una certa parodia e in modo divertente: “Soprattutto, essendo noi stranieri, possiamo dire quello che un coreano non potrebbe mai dire in tv: probabilmente e' stato proprio questo a far scattare il successo di questa trasmissione. Per la prima volta il pubblico ha potuto sentire persone, di diversa nazionalità', parlare liberamente di qualsiasi cosa. Può essere a volte scioccante, a volte ispiratore”.
“Già due anni fa, poco dopo aver cominciato, siamo stati premiati come il terzo programma più amato di sempre nella storia della televisione coreana e come il miglior programma dell'anno. Abbiamo ricevuto un premio insieme a Psy, il cantante di Gangnam Style famoso in tutto il mondo e poi come migliori esportatori della cultura coreana nel mondo”. È infatti un programma seguitissimo anche in Cina (dove “anche li' mi riconoscono per strada”). E può avere sottotitoli in cinese, spagnolo, indonesiano, malese e oltre. Sulla scia di tutto questo, ovviamente, per Alberto sono arrivati pubblicità, interviste, servizi su riviste di moda, chiamate ad eventi e cosi' via. Con effetti a tutto campo.
“Per un programma di viaggi molto famoso, ho portato in Italia la troupe, prima in Toscana e poi a Bassano del Grappa, visto che mio padre è di Bassano. Dopo il programma c'è stata un’improvvisa invasione di turisti coreani a Bassano….”.

A richiesta di dispensare qualche consiglio, Alberto osserva: “Quando si è giovani si hanno davanti infinite strade e possibilità. È bene non rimanere chiusi negli schemi. A volte ci sentiamo intrappolati, soprattutto in Italia, dove forse ci lamentiamo un po' troppo. Secondo me, è bene provare a fare quello che si vuole fare. Sia in Italia sia con una esperienza all'estero” Vivere oltreconfine, aggiunge, “mi ha fatto riscoprire quanto bello sia il mio Paese e anche la potenzialità che abbiamo noi italiani. Non perché siamo italiani, ma perché abbiamo una storia e un bagaglio culturale e artistico unico. Ovunque si vada all'estero, insomma, abbiamo cose da raccontare, una cultura da portare, e siamo amati. Quindi fa bene fare una esperienza all'estero anche per riscoprirsi come italiani. E anche perché qui in Corea, in Asia in genere, c'è un grande fermento tra i giovani. Mi sono reso conto che con un po' di sacrificio e voglia di fare le cose, qui si possono fare. Se anche un domani dovessi tornare in Italia, non sono contrario, penso che anche lì con un po' di sacrificio, passione e voglia di fare non sia impossibile realizzare qualcosa”.

IMMAGINE DIVERSA DI ITALIANO. “All'inizio non pensavo all'immagine: sono stato solo me stesso, Poi, appena il programma e' diventato veramente famoso mi sono reso conto di essere un simbolo dell'Italia, del giovane italiano per i coreani – continua Alberto - Sinceramente sento anche un po' di respnsabilità. E prima di dire qualcosa sull'Italia mi informo, studio bene,. Mi sono ritrovato a cancellare gli stereotipi e delineare quello che alla fine sono: un giovane italiano che ha voglia di conoscere, di studiare, aperto al mondo. Nel programma ero l'unico ragazzo sposato, dichiaratamente innamorato della moglie e gia' lavoratore in una grande azienda: ho dato una immagine totalmente diversa da quella presunta consueta. Se magari lo stereotipo ha anche radici di verità, perso che la maggior parte dei miei coetanei, dei giovani italiani, siano altrettanto preparati di altri giovani stranieri, altrettanto volenterosi e pieni di conoscenze”.
“Non è stata quindi una cosa specificamente voluta ma ho demolito i luoghi comuni per i coreani sull'italiano magari brillante ma confusionario, meno preparato e studioso si altri europei, Casanova e inaffidabile. È venuta fuori un’imagine di italiano lavoratore, studioso, casalingo, attaccato alla famiglia. Essendo laureato in cinese, apparivo anche molto interessato all'Asia: di qui la figura di un italiano interessato al mondo, che pero' conosce il patrimonio artistico e culturale del suo Paese e ne è molto orgoglioso”.

OPINIONISTA E CO-PROMOTORE DI UNA STARTUP. “A me piace scrivere. Ho cominciato una rubrica mensile sul Joongang Ilbo, forse il maggior quotidiano nazionale. Il titolo è qualcosa come 'Occhi stranieri' o 'Uno sguardo esterno e anomalo'. Esprimo il punto di vista di uno straniero su temi di attualità di vario genere. Inoltre ho una rubrica ogni mese su Elle, in cui parlo di lifestyle, musica e così via”.
Alberto Mondi non si ferma. “Ho anche appena cominciato un programma di automobili, Drivers' Club, in onda sull'equivalente di Rai Uno coreana”. Di recente si e' iscritto a un Mba cinese (il prestigioso Ckgsb) e con cinque amici coreani ha co-fondato una startup collegata a una fondazione ambientalista. Il primo prodotto commerciale sarà un'acqua delle Fiji in confezione di cartone riciclato, denominate Huxi (respiro), i cui proventi andranno in parte alla popolazione di un'area depressa dell'isola del Pacifico. Tra le ultime novità, ne spicca una familiare: “Da due mesi abbiamo un bambino. Bellissimo. Leonardo in italiano, Leo in coreano”. Che da fine ottobre avrà un padre Cavaliere.

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