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I vice Kaine e Pence si scambiano accuse su Trump e Clinton

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I vice Kaine e Pence si scambiano accuse su Trump e Clinton

Kaine e Pence (Afp)
Kaine e Pence (Afp)

Tim Kaine e Mike Pence si sono scontrati per un'ora e mezza ieri sera davanti alle telecamere nell'unico dibattito dedicato ai due candidati alla vicepresidenza americana. E anche se sul podio dell'Università della Virginia sono saliti loro, a farsi sentire è stata la presenza dei due grandi assenti aspiranti alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump. Entrambi, il senatore democratico della Virginia Kaine e il governatore repubblicano dell'Indiana Pence, hanno cercato attaccato e ribattuto colpo su colpo alle accuse sui “difetti” dei due principali contendenti, con Pence apparso più calmo e composto e Kaine piu' aggressivo.

Il dibattito, hanno avvertito i commentatori, ben difficilmente sposterà consensi verso l'uno o l'altro “ticket” presidenziale. Entrambi i vice hanno obbedito alla regola d'oro di non commettere gravi errori. Il contrasto più significativo rispetto al portabandiera del partito l'ha però offerto Pence, che ereditava la performance deludente e irata di Trump nel primo dibattito presidenziale e ha offerto un'immagine più rassicurante.

Gli scambi di accuse hanno riguardato daI temi sociali alla politica estera. Pence, un conservatore la cui missione è anzitutto attirare la base evangelica e poi gli indipendenti, ha attaccato il sostegno al diritto d'aborto dei rivali democratici, in particolare del cattolico Kaine. Ha rinfacciato ai democratici di essere a favore di troppe tasse e regole, compresa la riforma sanitaria Obamacare. E ha accusato la campagna di Clinton di essere condotta a base di “insulti” contro Trump. Kaine ha replicato che il pensiero di Trump alla Casa Bianca fa “paura”, che il costruttore ha un “proprio Monte Rushmore” con scolpiti i volti dei leader autoritari che ammira quali Vladimir Putin, e ha ricordato le sue frasi razziste contro gli immigrati messicani definiti stupratori e criminali.

Sulle tasse ha criticato il mancato rilascio della dichiarazione dei redditi di Trump, dopo che il New York Times negli ultimi giorni ha rivelato le sue disavventure di business e perdite dichiarate usate per non pagare le imposte per forse 18 anni. Ha più volte incalzato Pence chiedendogli di difendere le posizioni di Trump, senza ottenere risposta ad eccezione della Russia, dove Pence è stato molto più duro di Trump. Qui ha ipotizzato l'uso della forza per fermare le forze del regime di Assad e del Cremlino in Siria, più determinazione nel confrontare le mire di Mosca in Europa e ha definito l'amministrazione Obama “debole” con Putin.

I due candidati alla vicepresidenza proseguiranno adesso il loro scontro a distanza. Entrambi saranno nei prossimi giorni in Pennsylvania, uno degli stati considerati cruciali per l'esito dello scontro che conta, quello nelle urne delle elezioni dell'8 novembre.

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