Mondo

Attacchi hacker, accusa formale a Mosca

  • Abbonati
  • Accedi
USA

Attacchi hacker, accusa formale a Mosca

  • –Mario Platero

New York

La svolta è grave: gli Stati Uniti hanno formalmente accusato la Russia di aver hackerato i computer del partito democratico e di aver interferito in delicati affari di politica interna americana. Lo scandalo esplose lo scorso giugno quando l’hacker Guccifer 2.0 rivendicò il merito dell’operazione. Già allora si puntò il dito su Mosca. Ora l’accusa è definitiva perché, secondo i comuniciati di ieri, Guccifer 2.0 opera seguendo metodi e istruzioni riconducibili al governo russo.

È una svolta importante su due livelli. Il primo riguarda le tensioni fra Mosca e Washington cresciute enormemente negli ultimi dieci giorni dopo le accuse americane di malafede russa nel dialogo per cercare di gestire insieme la crisi siriana, con la rottura da parte di Washington del tavolo di lavoro e lo stralcio parallelo di Mosca dell’accordo sul plutonio. Il secondo impatto è di politica interna: Donald Trump ha dato l’impressione di simpatizzare con Vladimir Putin, ha ammirato il suo modo di fare decisionista e questo ulteriore passo formale del governo darà munizioni a Hillary Clinton per attaccare Trump nell’atteso dibattito di domani. Ma le conseguenze interne erano già state gravissime: la presidente del partito democratico, Debbie Wasserman Schultza fu costretta a rassegnare le dimissioni subito prima della Convention democratica. Certe sue imbarazzanti email divulgate al pubblico favorivano Hillary rispetto a Bernie Sanders. Altre email imbarazzavano invece l’ex segretario per la Difesa Colin Powell.

L'accusa, molto seria, è formulata in un documento congiunto del dipartimento per la Sicurezza Interna e dell’ufficio del direttore per il Coordinamento dell’Intelligence americano. Nel comunicato si ricostruisce la dinamica della violazione del computer con dovizia di particolari. Affermando che questa operazione è stata condotta con «l'approvazione delle massime cariche dello stato russo».

Con questo nuovo passaggio il confronto sale di livello. Ci si chiede quali saranno le conseguenze sul piano pratico. Una convocazione dell’ambasciatore russo a Washington?

La Russia respinge al mittente le accuse. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, le ha liquidate come «senza senso» riferisce Interfax. Ed ha aggiunto che «il sito del governo russo è attaccato tutti i giorni da decine di migliaia di hacker che possono essere ricondotti agli Stati Uniti, ma non per questo accusiamo ogni volta la Casa Bianca e Langley (il quartier generale della Cia).

Ma entrare nei sistemi dei partiti per manipolare le elezioni democratiche americane supera ogni limite. Anche per coloro che sostengono Trump ad oltranza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA