Mondo

IL RITRATTO/Il presidente della Vallonia appassionato di Pasolini

  • Abbonati
  • Accedi
Europa

IL RITRATTO/Il presidente della Vallonia appassionato di Pasolini

  • –dal nostro corrispondente
Paul Magnette
Paul Magnette

BRUXELLES. Il futuro dell’accordo commerciale con il Canada, che sta dilaniando il Belgio e imbarazzando l’Unione, è tra le mani di un uomo politico sui generis, che con l’Italia ha un rapporto molto particolare. Il ministro-presidente della Vallonia, il 45enne socialista Paul Magnette, è un appassionato di Pier Paolo Pasolini, a cui ha dedicato qualche mese fa un sorprendente libro di analisi letteraria intitolato: Pasolini ou la raison poétique.
Forte di un voto del Parlamento vallone che ha bocciato nei fatti l’accordo con il Canada (Ceta), Magnette è salito alla ribalta europea dopo che ha deciso di non dare al governo belga il mandato di firmare l'intesa in modo che possa entrare in vigore in tutta l’Unione.

L’uomo politico ha chiesto di riaprire il negoziato su una dichiarazione interpretativa da associare al trattato e che deve servire a rassicurare tutti coloro che in piena crisi economica sono preoccupati dalle conseguenze del libro commercio. Ministro presidente della Vallonia dal 2013, Magnette è nato a Lovanio nel 1971 in una famiglia che lui stesso ha definito in una intervista «post-sessantottina». Parlando cinque anni fa al settimanale Agir pour la Culture, l’uomo politico ha raccontato che i suoi genitori si trasferirono a Charleroi negli anni 70 perché la città «era veramente il simbolo delle lotte sociali». Sono stati, ha aggiunto, «i fondatori di tutti i circoli interculturali possibili e immaginabili».
L’uomo ammette volentieri di avere preso le distanze dalle tradizioni famigliari: «I miei genitori non erano socialisti, erano comunisti». Il suo approdo al Partito socialista belga (PS) è avvenuto «sulla base di un percorso personale e tardivo». Prima di guidare la Vallonia, una regione abitata da 3,5 milioni di abitanti, Magnette è in origine un professore di scienze politiche dell’Université Libre de Bruxelles. Successivamente, è stato sindaco di Charleroi, deputato vallone, ministro federale.
L’anima da studioso gli è rimasta. All’inizio dell’anno ha pubblicato un libro su Pasolini. Intervistato dalla Libre Belgique, Magnette ha spiegato che si è avvicinato allo scrittore e regista nel 1980, mentre da studente imparava l’italiano. Ha definito Pasolini «un compagno di strada della sinistra che non ha mai smesso di disturbare la sinistra». Notando che fu espulso dal Partito comunista italiano, l’uomo politico belga ha definito Pasolini «un dinamitardo».
A leggere l’intervista, Magnette sembra anche fare un ritratto di se stesso. Dietro al dibattito belga sul futuro del Ceta – contro il quale il Parlamento vallone ha votato proprio oggi una mozione, bloccando per ora la ratifica belga ed europea dell’accordo commerciale - c’è in atto un confronto acceso tra le due anime del Ps: quella conservatrice e ortodossa dell’ex premier Elio Di Rupo e quella più moderna e pragmatica dello stesso ministro-presidente della Vallonia.

«In cuor suo, Magnette è probabilmente favorevole all’accordo commerciale Ue-Canada – nota un diplomatico a Bruxelles che lo ha conosciuto bene –, ma ha paura di perdere la base del partito trascinata da Di Rupo che del Ceta non vuole sentire parlare». Il Ps, all’opposizione a livello federale, deve fare i conti con il grave ritardo economico della Vallonia, mentre a sinistra cresce nei sondaggi il Parti du Travail de Belgique che si dice “marxista-leninista”. Il futuro del Ceta passa anche da qui.

© Riproduzione riservata