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«Ipocrita chi difende Cristo e caccia i rifugiati»

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«Ipocrita chi difende Cristo e caccia i rifugiati»

  • –Carlo Marroni

Città del Vaticano

«Nessuno è straniero nella comunità cristiana» scrive Francesco in un tweet nel giorno in cui ha pubblicato il suo Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà dedicata quest'anno ai minori.

Un lungo testo in cui Bergoglio affronta il tema a fondo: «Mi sta a cuore richiamare l’attenzione sulla realtà dei migranti minorenni, specialmente quelli soli, sollecitando tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d'origine e separati dagli affetti familiari».

Papa Francesco rilancia l’allarme globale sulle migrazioni che oggi «vanno sempre più assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale» e denuncia «le piaghe aberranti» che si infliggono ai minorenni. Le migrazioni oggi, scrive, «non sono un fenomeno limitato ad alcune aree del pianeta, ma toccano tutti i continenti e vanno sempre più assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale», denuncia il Pontefice, che in un altro tweet sottolinea: «I fanciulli hanno il diritto ad un ambiente familiare sano e protetto. #migrants».

E su questo punto specifico e delicato (anche politicamente, specie alla vigilia delle elezioni negli Stati Uniti) il Papa richiama i cristiani, tutti, alle proprie responsabilità, e alle molte ipocrisie, specie in Occidente: «È ipocrisia cacciare via un rifugiato. Se mi dico cristiano e caccio un rifugiato io sono ipocrita». Per Papa Francesco sono ipocriti «tutti quelli che vogliono difendere il cristianesimo e sono contro i rifugiati e le altre religioni. Il peccato che Gesù condanna di più - ha spiegato - è l’ipocrisia: non si può essere cristiano senza vivere come cristiano, senza praticare le beatitudini. Non si può essere cristiano senza fare quello che Gesù ci insegna in Matteo 25».

Queste parole Papa Francesco le ha rivolte ai giovani protestanti e cattolici della Sassonia. Rispondendo alle loro domande nell’Aula Paolo VI, li ha messi in guardia contro ipocrisia e proselitismo, che ha definito «il veleno più forte contro il cammino ecumenico». «Tu - ha detto il Papa rispondendo a un ragazzo - devi dare testimonianza della tua vita cristiana. La testimonianza inquieta il cuore di quelli che ti vedono. Da questa inquietudine nasce la domanda: “ma perché quest’uomo e questa donna vivono così?”. Questo - ha spiegato Bergoglio - è preparare la terra perché lo Spirito Santo faccia quello che deve fare, ma Lui deve dire, non tu».

L’incontro con i giovani luterani è avvenuto a due settimane dallo storico viaggio che Bergoglio compirà in Svezia, a Lund, per commemorare i 500 anni della Riforma luterana. E ai protestanti, così come ha fatto con gli ortodossi in Georgia (ma anche in altre occasioni) ha ribadito: «L’ultima cosa che devi fare è, convincere. Non è lecito convincerli della tua fede, il proselitismo è il veleno più forte contro il cammino ecumenico».

Intanto oggi è prevista l’elezione del nuovo superiore generale della Compagnia di Gesù, l’ordine da cui proviene anche Bergoglio. I 212 gesuiti rappresentanti di 17mila confratelli questa mattina si riuniranno nell’aula della Curia, ascolteranno un’esortazione letta dall’indiano padre Lisbert D’Souza, assistente “ad providentiam”, e procedendo così al voto per il trentunesimo preposito generale della Compagnia di Gesù, trentesimo successore di Ignazio di Loyola. «Il Padre Generale che noi gesuiti cerchiamo tra di noi non è superman ma un uomo di Dio che sa di essere un peccatore ma che sa anche andare avanti senza paura», scrive intanto su Twitter uno dei partecipanti alla congregazione, padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, e uno dei membri della Congregazione generale.

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