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Premier Iraq: al via la riconquista di Mosul. Usa: ci vorranno…

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offensiva contro isis

Premier Iraq: al via la riconquista di Mosul. Usa: ci vorranno settimane

Peshmerga curdi-iracheni si preparano alla battaglia di Mosul (Afp)
Peshmerga curdi-iracheni si preparano alla battaglia di Mosul (Afp)

Inizia in queste ore la battaglia decisiva per il controllo di una parte importante dell’Iraq e per il confronto nella regione mediorientale con l’esercito dell’Isis, lo Stato islamico. Il premier iracheno, Haider al-Abadi, ha infatti annunciato l’avvio delle operazioni militari per liberare la città di Mosul, nel nord del paese, dal dominio dell’Isis.

La tv di stato ha diffuso nelle prime ore del mattino un breve discorso nel quale Abadi ha annunciato il via all’intervento anticipato nei giorni scorsi, per libearare la seconda città dell’Iraq dallo Stato Islamico.

L’emittente ha mostrato il premier in uniforme delle forze di élites anti-terrorismo, mentre parlava ai microfoni dell tv con al fianco gli alti ufficiali dell’esercito.

«Queste forze che vi stanno liberando oggi hanno un obiettivo a Mosul, che è quello di cacciare Daesh e assicurare la vostra dignità», ha detto agli abitanti di Mosul, usando alternativamente il nome Isis o Daesh. «Dio volendo, vinceremo», ha aggiunto.

Secondo i racconti di alcuni testimoni, i primi di colpi d’artiglieria si sono sentiti nelle pianure di Nineve, mentre la tv di stato ha iniziato a trasmettere musiche patriottiche subito dopo l’annuncio del via all’attacco.

Offensiva irachena per liberare Mosul dall'Isis

La battaglia di Mosul è strategica per diverse ragioni. L’offensiva, se avrà successo, sarà il più duro colpo inferto finora all’Isis e per di più dall’esercito dello Stato iracheno. In una dichiarazione sul suo sito internet Al-Abadi ha promesso che la battaglia per Mosul segnerà l’inizio di una nuova fase, che condurrà alla liberazione di tutti i territori iracheni dal controllo dei militanti dell’Isis entro la fine dell’anno.

Già nei giorni scorsi le forze irachene erano state ammassate attorno a Mosul. I battaglioni schierati sul campo comprendono corpi speciali d’élites, quelli che dovrebbero guidare la carica nella città. Già questa mattina le forze curde dei Peshmerga hanno strappato all’Isis il controllo di sette villaggi nelle prime quattro ore dell’offensiva per riconquistare Mosul. Lo ha riferito la televisione panaraba Al Jazeera, ma gli americani avvertono che comunque la riconquista definitiva della città del nord ci vorranno settimane. Forse più, dice il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida Usa. «Questa operazione per riprendere il controllo della seconda città irachena continuerà probabilmente per settimane, forse più, ha chiarito Townsend in una nota, nella quale, pur ammettendo che «potrebbe essere una battaglia lunga e difficile», ha assicurato che «gli iracheni sono preparati e noi li appoggeremo».

Mosul ha più di un milione di abitanti. Durante un blitz nel giugno 2014, la città cadde sotto il controllo dell’Isis, come quasi un terzo dell’Iraq è via via finito nelle mani dello Stato Islamico. Da quel blitz dell’Isis il paese è entrato nella sua crisi più dura dai tempi dell’operazione “Iraqi Freedom”, cominciata il 20 marzo 2003 con l’attacco della coalizione guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna per liberare il paese dal regime di Saddam Hussein.

Dopo aver conquistato Mosul, il leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi era entrato in città e aveva instaurato un califfato islamico che a un certo punto è arrivato a coprire quasi un terzo dell’Iraq e della vicina Siria. Ma fin dagli ultimi mesi dello scorso anno, i militanti dello Stato Islamico hanno perso battaglie in Iraq e le aree controllate nel paese si sono ristrette a Mosul e ad alcune piccole città nel nord e nell’ovest. Per questo motivo la riconquista di Mosul da parte dell’Iraq potrebbe segnare l’inizio della fine dell’Isis in quella regione.

Ma la densità della popolazione nella zona rende più complicate le operazioni e preoccupa la comunità internazionale. Se da una parte si riconosce l’importanza strategica di questa battaglia, dall’altra si intravvede il grave pericolo umanitario.

L’operazione delle forze ircahene per la riconquista di Mosul, scattata oggi, è un «momento decisivo» per sconfiggere l’Isis. Così si è espresso il segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, assicurando che gli Usa e il resto della coalizione internazionale «sono pronti ad appoggiare le forze di sicurezza irachene, i combattenti peshmerga e il popolo iracheno».

Le Nazioni Unite esprimono «estrema preoccupazione» per la popolazione, circa 1,5 milioni di persone, che vive nella città irachena di Mosul. «Decine di migliaia di bambine irachene, di bambini, di uomini e donne potrebbero subire un assedio o essere utilizzati come scudi umani», afferma in una dichiarazione il responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu, Stephen O’Brien. «Migliaia di persone - ha detto - potrebbero rimanere intrappolate nei combattimenti» e «a seconda dell’intensità e del raggio degli scontri, nello scenario peggiore, fino a un milione di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare le proprie case».

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