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Corre l’inflazione in Gran Bretagna e l’effetto sterlina non si…

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Corre l’inflazione in Gran Bretagna e l’effetto sterlina non si vede ancora

(Ap)
(Ap)

LONDRA - L'inflazione in Gran Bretagna nel mese di settembre balza all'1%, ai massimi da due anni, soglia che va oltre le previsioni di tutti gli analisti. In agosto l'indice dei prezzi al consumo (Cpi diverso dall'altro indicatore britannico, Rpi) era allo 0,6% e il consenso degli analisti non immaginava una crescita superiore allo 0,9 per cento. Il salto è stato più marcato e tutti guardano alle ricadute della Brexit, nonostante l'ufficio nazionale di statistica, l'Istat britannico, precisi che non ci sono «prove certe» che il dato di oggi sia frutto della svalutazione della sterlina. Non ancora, quantomeno, perché è invece opinione condivisa che entro la fine dell'anno l'inflazione avrà quasi raggiunto il target della Bank of England (2%) per sfondare nel 2017-2018 la soglia del 3 per cento.

L'INFLAZIONE BRITANNICA ACCELERA
Andamento da settembre 2015 a oggi

Uno scatto che sarà provocato proprio dalla caduta del pound in calo dell'8% nel solo mese di settembre sia contro il dollaro sia contro l'euro e dopo i 10-12 punti bruciati in luglio. Per Andrew Sentance, ex Banca d'Inghilterra e oggi a PriceWaterhouse, il numero di oggi è «la punta di un iceberg che sta per emergere». Altri economisti prevedono che nel 2017 l'azione congiunta di inflazione in aumento, svalutazione del pound, rallentamento della crescita per l'incertezza generata dalla Brexit colpiranno dolorosamente l'economia del Regno Unito.

A determinare il balzo dei prezzi rilevati oggi sono due voci in particolare: benzina e gasolio e il costo dei capi d'abbigliamento che hanno fatto segnare l'aumento più acuto dal 2010. Il dato, va detto, è storicamente ancora molto basso, «ma si tratta –ha notato Mike Prestwood dell'ufficio britannico di statistica – della percentuale più alta degli ultimi due anni».

L'accelerazione soprattutto è stata netta e anche per questo motivo l'inflazione di settembre promette di creare qualche problema al governatore della Banca d'Inghilterra Mark Carney che si aspettava un rialzo, ma forse non così marcato. I dati sulla crescita economica nelle prossime settimane potranno aiutarlo a decidere che misure di politica monetaria adottare sia sul fronte dei tassi sia dell'allentamento quantitativo.

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