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Berlino traina il Pmi, l’Eurozona comincia bene il quarto trimestre

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record annuale per l’indice

Berlino traina il Pmi, l’Eurozona comincia bene il quarto trimestre

Un impianto automobilistico francese a Dieppe
Un impianto automobilistico francese a Dieppe

FRANCOFORTE - L’economia dell’Eurozona ha cominciato bene il quarto trimestre al traino della Germania, almeno secondo il sondaggio fra le imprese descritto dalla stima preliminare dell’indice Pmi di ottobre.
L’indice è salito a 53,7 da 52,8 di settembre, ben al di là delle aspettative dei mercati e ai livelli più alti di quest’anno. La spinta è venuta dal settore manifatturiero e ancora di più dalla ripresa dei servizi. «A causa dell’aumento ai tasso più veloce da cinque anni a questa parte degli ordini inevasi – dice Chris Williamson, economista di Ihs Markit, la società che conduce il sondaggio – con l’approssimarsi della fine dell’anno la crescita dell’attività e il livello occupazionale dovrebbero accelerare ulteriormente».

La ripresa dell’attività è accompagnata da una moderata pressione al rialzo sui prezzi. Sono elementi che verranno tenti in conto dalla Banca centrale europea nella sua riunione di dicembre, quando deciderà, come ha anticipato il suo presidente Mario Draghi, se estendere il programma di acquisto di titoli (Qe) oltre il marzo dell’anno prossimo. A dicembre, il consiglio della Bce avrà a disposizione anche le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff. Una nota del gruppo assicurativo Allianz, che come il resto dell’establishment finanziario tedesco è contrario alla prosecuzione del Qe, ha prontamente osservato che i dati dell’indice Pmi offrono un’indicazione alla Bce che è il momento di iniziare il tapering, cioè la riduzione graduale degli acquisti dagli 80 miliardi di euro mensili attuali. L’analisi della correlazione fra l’indice Pmi e l’andamento effettivo dell’economia in Germania mostra tuttavia che molto spesso alla crescita del primo non corrisponde quella della seconda.

“La ripresa dell’attività è accompagnata da una moderata pressione al rialzo sui prezzi.”

 

«L’Eurozona - scrive in una nota Fabio Balboni, economista di Hsbc – è rimbalzata rispetto alla fine del terzo trimestre relativamente debole e ha messo da parte, almeno per il momento, i timori di una hard Brexit», cioè di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea dopo il referendum del giugno scorso a condizioni sfavorevoli.
I risultati del sondaggio restano comunque nettamente divergenti. Se in Germania il Pmi è salito da 52,8 a 55,1, con uno dei più forti rialzi del manifatturiero negli ultimi due anni e mezzo e un dato sull’occupazione ai massimi quinquennali, la Francia ha accusato un ribasso. La periferia dell’Eurozona, dal canto suo, «ha ripreso vita rispetto ai minimi degli ultimi 21 mesi toccati a settembre, ma continua a segnare la più debole espansione degli ultimi due anni», secondo una nota di Ihs Markit.

La situazione in Germania è stata oggetto anche dell’analisi del bollettino mensile della Bundesbank, secondo cui l’economia ha accusato un rallentamento nel terzo trimestre, mostrandosi «meno dinamica» che in primavera, ma la tendenza di fondo resta forte. L’indebolimento secondo la Bundesbank dovrebbe essere temporaneo, se si guarda alle aspettative del settore manifatturiero e delle esportazioni e alla crescita degli ordini. La Banca centrale tedesca ritiene anche che, per effetto dell’aumento del prezzo del petrolio, l’inflazione dovrebbe risalire appena al di sopra dell’1% entro la fine dell’anno.

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