Il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), sul cui varo è impegnato il Consiglio europeo, è l'Accordo economico e commerciale globale tra la Ue e il Canada. I negoziati sono cominciati nel 2009 e si sono conclusi nel 2014. Obiettivo del trattato è eliminare al 99% i dazi doganali e altri ostacoli alle reciproche esportazioni e all'accesso agli appalti pubblici, aprire il mercato dei servizi, offrire agli investitori condizioni prevedibili e «prevenire le copie illecite di innovazioni e prodotti tradizionali dell'Ue». Il Ceta «una volta applicato - sostiene la Commissione europea - offrirà alle imprese europee nuove e migliori opportunità commerciali in Canada e sosterrà la creazione di posti di lavoro in Europa».
La firma è prevista per il 27 ottobre prossimo durante il vertice Ue-Canada. Ma per l'approvazione definitiva occorre la ratifica dei governi degli Stati membri Ue e del parlamento europeo. La sigla del Ceta è pertanto bloccata, al momento, dalla opposizione del parlamento della Vallonia, che ha assunto una posizione radicale contro il trattato da cui teme effetti negativi sulle proprie imprese e sull'occupazione.
Esportatori Ue risparmieranno 500 milioni
Secondo la Commissione europea, i vantaggi del Ceta sono quantificabili: dall'abolizione dei dazi gli esportatori Ue risparmieranno circa 500 milioni di euro l'anno. Le imprese parteciperanno agli appalti in Canada, accederanno ai servizi e agli investimenti, potranno trasferire il proprio personale oltreoceano in via temporanea. Architetti, ingegneri ed esperti contabili potranno fornire i loro servizi in Canada. Saranno piu' tutelati i prodotti Ue, dalle opere d'arte ai formaggi, alle innovazioni, da copie illegali.
Niente più “copie” di prosciuttti e formaggi
Basta quindi alle contraffazioni canadesi del prosciutto di Parma, del prosciutto della Foresta Nera, del Parmigiano, del formaggio Roquefort. Difatti, l'ampia gamma dei prodotti Ue di indicazione geografica beneficera' con il Ceta di una “tutela supplementare”.
La Ue prevede benefici specialmente nel settore agricolo, perché, scrive la Commissione, «l'apertura dei mercati può contribuire a mantenere bassi i prezzi, offrendo ai consumatori una scelta piu' ampia”.
Una barriera alle bistecche all'estrogeno
L'accordo non inciderà sulle norme ambientali Ue in materia di sicurezza alimentare. Questo significa che i prodotti canadesi potranno essere importati e commercializzati nei paesi europei solo se ne rispettano le normative. Non c'e' dunque alcun rischio, per esempio, sull'import di carni bovine: se i produttori canadesi vorranno distribuirle a Roma o Parigi, dovranno rispettare i vincoli Ue su ogm e ormoni della crescita.
L'accordo prevede inoltre un sistema di risoluzione delle controversie sugli investimenti per proteggere «gli investitori stranieri dalle discriminazioni o dal trattamento iniquo da parte dei governi».
Si tratta di un'azione a livello amministrativo, che non comporta interventi sulle leggi dei vari paesi ma offre agli investitori possibilita' di ricorso nei casi di licenze, permessi o promesse incagliate nella burocrazia di un singolo Stato. È sulla falsariga di quanto avviene normalmente negli accordi già vigenti tra Ue e paesi di tutto il mondo o del Nafta, l'accordo di libero scambio Canada-Usa vigente dal 1994.
Ceta e Ttip, due negoziati “diversi”
Il Ceta, sottolinea la Commissione europea, non ha nulla a che vedere con il Ttip (l'accordo commerciale negoziato con gli Usa): “Sono due negoziati distinti con due partner diversi. Negoziamo ciascun accordo separatamente e con condizioni differenti”.
Se il testo del Ceta sarà approvato, potrà entrare in vigore all'inizio del 2017.
Perché la Vallonia dice no
La Vallonia ha un Parlamento autonomo di 75 membri, che lo scorso 10 ottobre ha votato contro il Ceta, il trattato di libero scambio tra l'Unione europea e il Canada. In pratica la Vallonia ha posto il veto alla firma da parte del Belgio al trattato tra Ue e Canada. Con 44 voti favorevoli e 22 contrari i valloni hanno approvato una risoluzione in cui il Parlamento chiede al governo vallone di non accordare pieni poteri al governo federale per siglare il Ceta. «Non darò mai pieni poteri al governo federale» ha dichiarato il capo del governo vallone, il socialista, Paul Magnette. Il parlamento vallone, in quanto organo legislativo federale, ha competenza sui trattati internazionali e dunque ha il potere di bloccare l'eventuale ratifica del Ceta da parte del governo e del Parlamento nazionale. Agli occhi dei socialisti valloni il Ceta rischia di scardinare il modello agricolo della regione edi far saltare i diritti dei lavoratori, il sistema sanitario e le norme a protezione dei consumatori e dell'ambiente. L'altro grosso ostacolo sono le norme sugli arbitraggi, previste dal Ceta in caso di controversie commerciali che, secondo i valloni, metterebbero in dubbio la capacità legislativa degli stati nazionali.
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