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Meryl Streep apre il Tokyo Film Festival.In concorso Michele Placido con…

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Asia e Oceania

Meryl Streep apre il Tokyo Film Festival.In concorso Michele Placido con «7 Minuti»

Film in concorso e membri in giuria: e' più spiccata del solito la presenza italiana alla 29esima edizione del Tokyo International Film Festival (TIFF), aperta da Meryl Streep - proveniente dal Festival di Roma - con “Florence Foster Jenkins”. L'attrice americana e' stata protagonista anche del Red Carpet e della cerimonia di apertura, nella quale si e' scusata di non potersi trattenere a lungo in quanto deve tornare negli States per contribuire a far vincere “our president”. Non ha citato esplicitamente Hillary, ma tutti hanno capito. E applaudito.
“7 minuti” - Sono al Festival di Tokyo anche Ottavia Piccolo e Ambra Angiolini: tra i 16 film in concorso ufficiale c'e' “‘7 minuti” di Michele Placido (che all'ultimo momento ha dato forfait per motivi personali). Per la Piccolo si tratta della prima volta nella vita nella capitale nipponica: “Qui mi sembra tutto un sogno”, ha detto. L'attore Valerio Mastandrea e' stato scelto come membro della giuria del concorso ufficiale. “Il nostro e' un mestiere meraviglioso, con responsabilita' che dobbiamo rispettare. Guardare film stranieri e discuterne con altre persone 'made in cinema' mi ha sempre reso una persona migliore in relazione alla mia professione - afferma Mastandrea - Non ho mai giudicato un film, ne' come attore ne' come spettatore ne' come membro di giuria.Ho solo cercato di capirlo e di comprendere quale tipo di sensazione potesse lasciarmi”. Nella giuria della sezione “Asian Future” c'e' Giovanna Fulvi, consulente-programmatrice del Festival di Toronto, nonché programmatrice anche del Festival di Roma. Nel complesso, dunque, emerge una attenzione per l'industria cinematografica italiana (non solo quella del passato).

Meryl Streep apre il Tokyo Film Festival

Passerella di star. Il Red Carpet ha visto una lunga passerella di star giapponesi, a partire dal regista Shunji Iwai al quale e' dedicata quest'anno una speciale retrospettiva. Ha sfilato anche la mascotte di provincia più popolare, l'orsetto Kumamon, per promuovere il film “The Gift of Memory” ambientato a Kumamoto. In evidenza l'attore Kenichi Matsuyama, protagonista del film che chiuderà il festival (“Satoshi: a Move to Tomorrow””) su un giocatore professionale di shoji che deve lottare anche contro la malattia. Tanti applausi all'attore coreano Yesung della K-pop band Super Junior, che compare nel film giapponese “My Korean Teacher”. E' apparsa, in carrozzella, anche Tsuneko Sasamoto, 101 anni: sarà proiettato il film-documentario “Two journalists: One century” sulla sua vita di fotogiornalista e su quella del giornalista suo coetaneo Takeji Muno (recentemente scomparso). Da segnalare che il festival ha commissionato uno speciale film-omnibus “Asian Three-Fold Mirror: Reflections” per una riflessione panasiatica.

A Udine il 21-29 aprile - Anche il premier Shinzo Abe ha fatto “passerella”, assieme al Ministro dell'Economia, Commercio e Industria Hiroshima Seko. Abe ha scherzato dicendo che la moglie gli ha consigliato di andare a vedere “Shin Godzilla” di Hideki Anno e Shinji Higuchi, cosa che non lo ha troppo entusiasmato quando ha appreso che il film inizia con attacchi al governo, che poi non fa una bella figura. Abe ha sottolineato che la politica governativa intende fare del Giappone un “ponte” per l'Asia e per il mondo. In effetti, il ministero finanzia il festival come parte di una proiezione internazionale di “soft power”. “Per noi e' particolarmente importante essere qui - afferma Sabrina Baracetti, che con Thoman Bertacche e' responsabile del Far East Film Festival di Udine (la cui 19esima edizione si terra' dal 21 al 29 aprile 2017) - C'e' la possibilità' di visionare per la prima volta i film giapponesi e asiatici: siamo in grado di giudicarli subito assieme al nostro comitato di selezione”. “Stiamo preparando un programma biennale, in vista di quella che sarà la 20esima edizione - afferma Bertacche - Ci saranno novità, soprattutto dal punto di vista del market”. E aggiunge una considerazione un po' a sorpresa: “Sono 18 anni che organizziamo il festival. Non ci pare di vedere veramente un mondo più globale, un avvicinamento tra cultura asiatica ed europea-occidentale. Siamo convinti che continuare a fare il festival sia fondamentale per permettere uno scambio di conoscenze tra mondi che in realtà rischiano un atteggiamento di chiusura”.

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