2/3 Donald Trump diventa presidente ma cambia il suo programma
In caso di vittoria di Trump, è probabile che gli stessi repubblicani ridimensionino l'ambizioso e confuso programma di riduzione fiscale e spesa pubblica dell'avversario di Hillary. Quello che il Congresso non approverà mai, di qualunque colore esso sia ma soprattutto se repubblicano, è infatti un balzo in alto del debito pubblico. Probabile quindi che due terzi dei tagli di tasse promessi da Donald restino sulla carta, compresi quelli per le imprese. Improbabile anche che le minacce di dazi e tariffe contro Cina e Messico si realizzino.
In questo scenario, secondo Amundi, l'economia americana eviterebbe una recessione, ma rallenterebbe rispetto ai ritmi di quest'anno: i tagli di spesa necessari a finanziare parte degli stimoli fiscali indebolirebbero infatti la progressione del Pil. L'occupazione resterebbe stabile nei primi due anni di presidenza, migliorando solo nella seconda metà del mandato presidenziale, ma i circa tre milioni di posti di lavoro creati non sarebbero in grado di assorbire l'effetto legato all'invecchiamento della popolazione, con il risultato di far leggermente aumentare il numero dei senza lavoro.
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