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libertà di stampa e migranti

Turchia, Erdogan attacca Bruxelles sui fondi per i migranti. Merkel: situazione «allarmante»

(Afp)
(Afp)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non perde occasione per attaccare Bruxelles. Così oggi è tornato ad accusare l'Ue, inadempiente rispetto agli impegni presi con la Turchia nel quadro dell'accordo sui migranti siglato lo scorso 18 marzo. «L' Unione europea aveva promesso 3 miliardi di euro entro luglio. Da allora ad oggi abbiamo ricevuto appena 200-250 milioni di euro. Perche? Non sono né onesti e neanche sinceri».

Queste le parole pronunciate dal presidente turco, in occasione della conferenza dell'organizzazione dei Paesi islamici, che ha avuto come tema l'evoluzione del ruolo della donna. Erdogan ha poi ricordato che la Turchia ospita attualmente piu di tre milioni di profughi siriani, per poi ribadire che Ankara è pronta a fare la propria parte per fermare la violenza in Siria. Nessun accenno alla richiesta turca (per ora congelata in Parlamento europeo) di eliminare i visti per i cittadini turchi diretti nell’Unione europea.

Di fronte a questi attacchi ripetuti la cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito «allarmanti» le recenti misure adottate dalle autorità turche contro i media e ha ammonito che questo aspetto giocherà «un ruolo centrale» nei negoziati per la richiesta di adesione della Turchia all'Unione europea.
«Riguardo alla Turchia, il fatto che dei beni preziosi quali sono la libertà di stampa e di opinione siano costantemente limitati, rappresenta per me, come per l'insieme del governo, un dato estremamente allarmante», ha dichiarato Merkel nel corso di una conferenza stampa a Berlino.

Pochi giorni fa è stato arrestato assieme a 12 suoi giornalisti, il direttore di Cumhuriyet, unico giornale di opposizione. Ed è stato lo stesso giornale a dare notizia di un ordine di detenzione per 137 professori universitari in attività in 16 province del Paese. Secondo il sito web del quotidiano Cumhuriyet, 31 sarebbero già finiti in manette, 22 si troverebbero attualmente all'estero. L’iniziativa è di un pubblico ministero di Ankara. Per tutti, l'accusa è avere legami con l'organizzazione del predicatore islamico Fetullah Gulen - in esilio volontario da 17 anni in Pensylvania - sospettata di aver orchestrato il fallito golpe dello scorso 15 luglio.


Manifestazione contro gli arresti al giornale Cumhuriyet

Sulla repressione del dissenso in Turchia, interviene anche il New York Times. «Può la democrazia turca sopravvivere al presidente Erdogan?», si chiede il quotidiano liberal newyorkese all'indomani degli arresti di giornalisti del quotidiano di opposizione laica Cumhuriyet. L’editoriale del New York Times punta il dito contro il “cammino verso l'autoritarismo” del leader di Ankara dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio. Ricorda la repressione nei confronti dei media e le purghe di masse di decine di migliaia di presunti 'gulenisti', il quotidiano americano lancia l'allarme sul 'contro-golpe' in atto in Turchia.

Usa 2016 e la Turchia / Perché Erdogan teme Hillary e tifa Donald

«Il modello è sperimentato e preciso; la questione difficile è come fermarlo», scrive il Nyt, sottolineando anche i rischi dell'interventismo di Erdogan in Medio Oriente: «Non c'è un modo facile per l'Occidente di tenere Erdogan a freno mentre gli chiarisce che le sue azioni sono inaccettabili. Ma c'è un detto turco che dice: 'un vero amico dice l'amara verità». Il problema è che Erdogan non vuole più sentire voci dissenzienti dai suoi voleri né da parte delle opposizioni interne né dai suoi alleati occidentali e questo atteggiamento potrebbe portare al graduale isolamento del Paese sul Bosforo che sta perdendo turisti e potrebbe perdere anche preziosi capitali esteri.

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