1/10 Caccia grossa al voto
Molto resta da decidere a pochi giorni dalle elezioni americane. Una fetta insolitamente ampia, il 12-14% dei probabili votanti, appare tuttora indecisa, contro il 3-5% della passate elezioni. E numerosi stati cruciali vedono i due candidati, la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, sfidarsi a colpi di sondaggi quasi alla pari o entro il margine di errore. Un fatto, questo, che conta più del voto popolare nazionale, perché il traguardo dei 270 Grandi elettori che garantisce la vittoria nella corsa per la Casa Bianca viene tagliato stato per stato, sommando i “super seggi” presidenziali assegnati a ciascuno.
Tradizionalmente solo una vittoria nel voto popolare nel Paese con margini superiori al 2% si traduce con certezza in una maggioranza di Grandi elettori. L'ultimo sondaggio del New York Times/Abc dà Clinton in vantaggio su Trump di 3 punti, 45% a 42 per cento. Clinton ha un vantaggio di 14 punti tra le donne, Trump di 11 punti tra gli uomini. Ma la media dei sondaggi di RealClearPolitics dà a Clinton solo 1,7 punti di vantaggio, 47% a 45,3 per cento.
A favore di Clinton potrebbe andare la significativa percentuale di partecipanti al voto anticipato, quasi un elettore su cinque, grazie al capillare sforzo di mobilitazione del partito alla base; per Trump può invece giocare la conquista di fasce di elettori rimasti incerti fino all'ultimo momento. Oltre agli stati da tempo contesi, in questi giorni i candidati non hanno inoltre dato per persi altri voti che potrebbero alimentare la suspense: Trump dal Wisconsin al Nevada, Clinton dall'Iowa alla Georgia. Quanto alle tematiche, Trump viene premiato sull'economia, Clinton sulla leadership e la politica estera.
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