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7/9 25 luglio 2016. La repressione colpisce militari, rettori,…

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    LO SCENARIO

    La lunga marcia di Erdogan per eliminare ogni oppositore

    Il pugno di ferro del Sultano si è abbattuto ieri su ciò che resta della democrazia e libertà di stampa in Turchia. Dopo i militari, i magistrati, i rettori universitarie e il quarto potere ora tocca ai parlamentari curdi dell'Hdp fare le spese di una pericolosa spirale repressiva che sta allontanando sempre più la Turchia dall'Europa e dallo stato di diritto. Ma facciamo una breve cronistoria di questa lenta ma inesorabile riduzione delle libertà civili in Turchia.

    7/9 25 luglio 2016. La repressione colpisce militari, rettori, giornalisti

    Non si ferma la dura repressione voluta da Erdogan, che ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, arrestando oltre 13mila persone, sospendendo fino a tre mesi la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e revocando il passaporto ad almeno 10mila cittadini per timore di una fuga all'estero dei sospetti. Insomma il timore è che Erdogan stia mettendo a tacere anche quelle voci scomode che fanno semplicemente il loro dovere di guardiani della democrazia. Democrazia che non si risolve in una delega in bianco per chi ha avuto più preferenze, ma nel rispetto dei diritti delle minoranze e della separazione dei poteri secondo le teorie di Montesquieu.

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